Pesaro

Pesaro, carenza di psichiatri. Biancani e Vitri: «Dopo i lockdown e crisi economica raddoppiati i disturbi, servono medici»

Interrogazione dei Dem: «Solo 10 psichiatri in servizio e 1 per il Centro dei Disturbi Alimentari, appena un terzo di quelli previsti. Servizi a rilento. Famiglie esasperate»

PESARO – Disturbi psichiatrici e alimentari in aumento. Ma mancano i medici. E’ la denuncia dei consiglieri Dem Andrea Biancani e Micaela Vitri che hanno quindi depositato una interrogazione in Regione.

«Da alcuni anni sono in costante crescita i problemi connessi alla salute mentale per i quali è necessaria una presa in carico da parte del servizio sanitario. La pandemia, con la perdita improvvisa di abitudini personali e sociali e le insicurezze socio-economiche che ha generato, hanno contribuito ad accelerare la diffusione dei disturbi mentali e psicologici. La risposta sul nostro territorio a questo tipo di problemi arriva dall’Unità Operativa Complessa di Psichiatria di “Pesaro e Fano” e dall’Unità dipartimentale “Disturbi del Comportamento Alimentare”. Purtroppo, a fronte di un costante incremento generalizzato della domanda di questi servizi, negli ultimi tempi si è assistito ad una progressiva diminuzione di medici in servizio nelle due unità che sta rallentando il funzionamento dei reparti mettendo in difficoltà i malati, le loro famiglie e lo stesso personale».

L’organico ottimale della struttura di Psichiatria di Pesaro e Fano, con una popolazione di circa 280mila abitanti, dovrebbe avere in servizio 28 psichiatri ma, al momento, sono 10, più il primario, poco più di un terzo rispetto a quello previsto. 

«L’assunzione di alcuni medici, a seguito di un concorso del 2022, non è stata sufficiente, visto che sono comunque continuati, oltre ai pensionamenti, le dimissioni e i trasferimenti. Il personale rimasto riesce a coprire con difficoltà tutti i servizi. Si stanno creando ritardi nella presa in carico, nell’erogazione delle prestazioni previste nei piani assistenziali individuali e difficoltà operative che rendono stressante il lavoro dei pochi psichiatri rimasti. Sono chiamati a gestire i ricoveri ospedalieri e ad occuparsi dei percorsi terapeutici territoriali presso i centri di salute mentale (a partire dall’attività di valutazione delle UMEA e UMEE), dell’assistenza nei centri diurni (gestiti da associazioni e cooperative come ad esempio CEIS, Alpha e T41), nelle strutture riabilitative residenziali extra-ospedaliere e nelle carceri. Va poi considerato che per carenza di personale sono già state chiuse le sedi distaccate nei Comuni di Pergola, Fossombrone, Mondolfo e Vallefoglia, togliendo servizi all’entroterra».

Per Vitri e Biancani «La carenza di psichiatri sta creando difficoltà anche al centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare che, anche a causa della pandemia, negli ultimi anni ha registrato il raddoppio dei casi e in particolare di quelli più gravi. Attualmente a disposizione c’è un solo psichiatra la cui naturale assenza per ferie o malattia comporta il completo stop di parte dei servizi, a cominciare dalle prime visite necessarie alla presa in carico del paziente e non solo. Ci auguriamo che la Regione annunci un cambio di passo e dia seguito ai tanti impegni presi di migliorare i servizi per la salute mentale e ridurre le liste d’attesa dando risposte alle famiglie».

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