Pesaro

Pesaro si candida a capitale italiana della cultura 2024

L'annuncio al Future Day da parte dell'assessore Daniele Vimini: «Così potremo programmare e attrarre risorse»

Daniele Vimini, assessore alla cultura di Pesaro

PESARO – Pesaro si candida a essere Capitale Italiana della Cultura 2024.

L’annuncio è arrivato al Future Day – Pesaro Next Generation da Daniele Vimini, vicesindaco e assessore alla Cultura e Turismo di Pesaro:
«Anche grazie alla rete di rapporti sviluppati con il riconoscimento del 150°
Rossini e ai rapporti creati con le Città Creative Unesco abbiamo pensato di individuare uno step qualificante che segni la strada da qui al 2033 nel lavoro rivolto a Pesaro-Urbino Capitale Europea della Cultura. Stiamo tifando ora per Ancona, entrata tra le 10 candidate a Capitale italiana della Cultura 2022 dopo aver sostenuto Fano. Credo che Pesaro, insieme al territorio, abbia le caratteristiche per correre alla Capitale Italiana della Cultura 2024. È una sfida alla nostra portata. Già entrare nella short list con le prime 10 sarà il vero riconoscimento che il Ministero darà alla competizione in termini di visibilità, di reti internazionali e opportunità di cogliere. Sarà un modo per mettere in sinergia tanto lavoro, elaborazione che ci porteremo dietro al Recovery Plan e per mettere in un unico filo conduttore che porterà al 2033, se ce la faremo sarà un successo incredibile».

Più di 3mila utenti unici connessi – da tutta Italia – alle 4 ore di diretta streaming condivisa su sei pagine Facebook e 1 canale Youtube; 17 grandi ospiti a intervenire, 5 tavoli di lavoro che hanno coinvolto 350 tra professionisti, esperti, privati cittadini e amministratori locali, tutti con
lo sguardo rivolto all’avanti.


Spazio alla progettazione, con l’intervento dell’architetto Marco Tamino: Dobbiamo «accelerare tutto il possibile per rendere più rapida una trasformazione Green e innovativa» grazie alle grandi opportunità offerte dal Recovery fund.

Un tema approfondito da Pier Paolo Baretta, Sottosegretario di Stato al
Ministero dell’Economia
e delle Finanze: «Abbiamo un’occasione storica, che passerà alla storia dell’Economia. La cosa paradossale è che ora, che siamo in piena crisi, disponiamo di una quantità di risorse straordinarie da utilizzare: 209miliardi di cui una buona parte a fondo perduto. La maggioranza di queste risorse sono a debito, dovranno essere pagate nel corso degli anni e saranno i nostri figli e nipoti a pagarlo. Per questo a loro dobbiamo dare una risposta sulla vivibilità dell’Italia e dell’Europa».

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