Pesaro

Pesaro, una calza e un robot per riparare una vecchia condotta in via Branca

Marche Multiservizi al lavoro di notte per minimizzare l’impatto dell’intervento tecnologicamente avanzato. Ecco di cosa si tratta

L'intervento in via Branca

PESARO – Due notti di lavoro ed un intervento senza scavo per ripristinare quel tratto di rete fognaria in via Branca, a Pesaro, che rappresentava un annoso problema che causava infiltrazioni nei locali interrati della zona. Una vecchia condotta, costruita in mattoni, che non garantiva più la corretta funzionalità e posizionata in un luogo nevralgico per la vita cittadina.

La presenza di attività economiche e residenti, la numerosità dei sottoservizi esistenti (rete telefonica, rete elettrica, rete di distribuzione del gas) e l’ubicazione in pieno centro storico hanno fatto scegliere la soluzione tecnica del no-dig (cioè senza scavo).

I lavori sono stati interamente effettuati durante la notte per non interferire con la vita commerciale della zona e per minimizzare i disagi sui residenti ai quali è stato chiesto, per alcune ore notturne, di non utilizzare né l’acqua corrente né gli scarichi.

Per contenere i tempi di intervento e ridurre l’inevitabile impatto che un cantiere tradizionale ha in termini di viabilità, rumore e polvere, Marche Multiservizi ha deciso di non procedere con lo scavo a cielo aperto, evitando la chiusura della strada che avrebbe comportato pesanti ripercussioni sulle attività economiche della zona.

Sono state quindi selezionate ed incaricate due ditte specializzate nell’utilizzo della tecnologia del no-dig che prevede, in alternativa alla sostituzione della condotta, l’inserimento di una calza impregnata di resina all’interno della tubazione esistente.

Per eseguire il lavoro a regola d’arte un operatore è entrato nella condotta insieme ad un robot. E’ un’operazione estremamente delicata che ha reso necessarie importanti attività preparatorie e di studio dello stato dei luoghi e delle condizioni di intervento per consentire l’esecuzione di tutte le fasi di lavoro in sicurezza, con misure straordinarie di tutela del personale impiegato.

Nel corso della prima notte di lavoro si è proceduto alla pulizia della condotta ed all’inserimento della calza. La notte successiva la calza è stata gonfiata per farla aderire alla tubazione ed è stata indurita con l’utilizzo di raggi UV creando una protezione all’interno del tubo per assicurare la funzionalità idraulica e la resistenza strutturale necessaria. Completata l’operazione è stato possibile riaprire tutti gli allacci e ridare l’acqua alle utenze.

Una tecnica complessa, utilizzabile solo in casi particolari, ma efficace e soprattutto molto più sostenibile rispetto alle tradizionali. Non ha generato né rumori né polveri, ha contenuto il consumo di risorse, non richiedendo l’utilizzo di inerti di cava per il ritombamento. Ha evitato la rottura ed il successivo rifacimento del manto stradale. Ha ridotto i consumi energetici e l’inquinamento atmosferico delle macchine operatrici tradizionali, contenendo i tempi di intervento e la conseguente durata del cantiere.

«Garantire la sempre maggiore resilienza delle reti infrastrutturali, per assicurare qualità e continuità del servizio, richiede investimenti costanti e soprattutto studio e ricerca delle migliori soluzioni progettuali e tecnologiche, da adattare in funzione delle specifiche esigenze – ha spiegato l’amministratore delegato, Mauro Tiviroli. – In questo caso la priorità è stata quella di ridurre il più possibile l’impatto della nostra attività sugli esercizi commerciali e sui residenti. L’esperienza e la competenza della nostra struttura ci consente di essere al fianco delle amministrazioni locali per individuare le soluzioni più adatte al territorio, garantire l’efficienza delle reti e contribuire ad assicurare uno sviluppo sempre più sostenibile».

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