Pesaro

Pesaro, per Baia Flaminia il regolamento impone i colori beige e bianco. Redaelli: «Imposizione folle e incerta»

Il consigliere Fi: «Giunta Pd-M5S si affida ad armocromisti, siamo al ridicolo. Serviva ben altro»

Il consigliere Forza Italia Michele Redaelli

PESARO – Regolamento di Baia Flaminia, la scelta dei colori d’insieme lascia dei dubbi. Tanto che il consigliere Fi Michele Redaelli parla di «armocromia da evitare».

«Questo regolamento è un tentativo tardivo e maldestro di risposta a problemi che la stessa amministrazione ha contribuito a creare, fatto di assurdità e cavilli inapplicabili. Chiediamo che l’amministrazione affronti i veri problemi della città e di Baia Flaminia. Da tanti anni stiamo seguendo le tematiche che riguardano Baia Flaminia. Le nostre idee, proposte e richieste vengono da un lavoro di anni di dialogo con i residenti, con gli esercenti nonché con tanti cittadini che si recano in Baia per varie ragioni.

Il tema più importante, sul quale le opinioni di residenti e imprenditori si sono sempre divise riguarda l’uso degli spazi comuni ed in particolare il passaggio sotto i porticati. Su questo già dal 2021, cioè appena dopo la triste parentesi del Covid, come centrodestra, abbiamo formalizzato, coinvolgendo e trovando unanimità anche in consiglio di quartiere, proposte vocate a risolvere la situazione. Questa Amministrazione per anni ha fatto finta di non sentire, ignorando tante segnalazioni pervenute da esercenti, residenti e Quartiere, e di fatto ha contribuito ad aggravare le problematiche che andavano affrontare subito, mentre ora si sono stratificate e complicate».  

Per Redaelli «Il regolamento rappresenta solamente l’ennesimo vincolo burocratico. L’Amministrazione conta di riportare il decoro in Baia imponendo una colorazione obbligatoria per gli elementi di arredo e ha scelto il bianco ed il beige. Siamo al ridicolo.

In pratica una scelta per fare finta di fare una rivoluzione ma per fare in modo che nulla in realtà debba cambiare. La maggior parte degli esercizi ha già colorazioni di questo tipo o similari. Il regolamento però, pur non cambiando praticamente nulla aggiungerà dei problemi perché, per come è scritto, è totalmente discrezionale. Chi e come stabilirà se il colore degli arredi è adeguato o no? Un esempio su tutti: le pedane o gli arredi in legno che certamente non corrispondono al beige e non sono neanche monocromatiche, dovranno essere sostituite? Ci auguriamo proprio di no, ma in base a questo regolamento, scritto male, i dubbi rimangono. Se alla fine l’unica ipotesi è fare affidamento sul buonsenso, si dimostra la totale inapplicabilità e inutilità di questo provvedimento.

L’imposizione dei colori ci sembra una follia degna della giunta PD – 5 Stelle che ormai affida la propria azione agli armocromisti».

Redaelli chiude: «Gli operatori non meritano il trattamento scadente e approssimativo che hanno avuto da questa Amministrazione. Abbiamo predisposto un emendamento per rendere chiaro ed esplicito che la richiesta di colorazione omogenea bianca o beige non si applicasse ai tavoli ed alle sedie. Questo, che non era per niente scontato nella stesura originaria del regolamento, oltre a portare un ingente costo per i ristoratori avrebbe anche impattato negativamente sulla caratterizzazione e sull’identità di ciascun esercizio. Decoro non è omologazione. Non si scherza con il lavoro delle persone e l’Amministrazione non può permettersi di comportarsi in modo improvvisato».

«Chiediamo, ancora una volta, la sistemazione dei marciapiedi e degli scivoli per i disabili. La cura delle zone verdi e delle fioriere (di proprietà del comune e che risultano incompatibili con il regolamento scritto dal comune stesso). La garanzia di un servizio di raccolta dei rifiuti all’altezza. Occorre intensificare i passaggi dello svuotamento delle isole ecologiche almeno nei periodi di punta estivi ed occorre predisporre bidoni specifici che favoriscano la raccolta differenziata da parte di chi passeggia in baia o partecipa alle iniziative. Chiediamo che venga effettivamente garantito l’accesso ed il transito a tutti i luoghi comuni, compresi i porticati, anche per i disabili e le carrozzine. Insomma, mancano proprio le basi dell’ordinaria manutenzione e dei servizi».

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