Pesaro

Pesaro, oltre 1300 domande per i buoni spesa. Il centrodestra: «Penalizzano le famiglie numerose»

Non tutti hanno i requisiti in regola per ricevere il bonus: i consiglieri di quartiere di Ascoltiamo Pesaro, assieme a quelli Comunali di Lega, Prima c'è Pesaro-Fdi e Forza Italia criticano i criteri e la distribuzione dei fondi

PESARO – Oltre 1300 domande per avere i buoni spesa al Comune di Pesaro. Ma non tutte hanno le carte in regola. Sono circa 800 quelle arrivate via telefono e tra queste il 20% non ha diritto di avere i voucher. Circa 500 ne sono arrivate via mail e qui circa l’80/90% ha diritto ad avere l’aiuto del Comune. Le domande scadono il 3 aprile e seguono diversi parametri.

Ma il centrodestra critica i parametri. I consiglieri di quartiere di Ascoltiamo Pesaro, assieme ai consiglieri Comunali di Lega, Prima c’è Pesaro-Fdi e Forza Italia, hanno prodotto un lungo documento che hanno inviato agli assessori Pozzi e Mengucci, contenente osservazioni sul recente provvedimento con cui il Comune di Pesaro ha disposto la distribuzione di 25.000 buoni spesa utilizzando i fondi a tale scopo erogati dal Consiglio dei Ministri e dalla Protezione civile:

«I criteri di distribuzione dei buoni alimentari vanno cambiati. Quello approvato è un provvedimento che rischia di penalizzare le famiglie, specialmente le più numerose, e avvantaggiare gli irregolari. Abbiamo inviato un documento alla Giunta con diversi suggerimenti per chiedere cambiamenti a favore delle famiglie escluse dai criteri approvati».   

«I nuclei familiari, specie i più numerosi, vengono discriminati per vari motivi. In primo luogo l’avviso al pubblico attribuisce a una persona che viva da sola buoni per un valore di 140 euro, mentre una famiglia di 5 persone, ad esempio, percepisce buoni per un valore complessivo pari ad euro 320 euro, ossia 64 euro a persona. Non si comprende perché ci possa essere una tale differenza. Un secondo elemento di discriminazione è quello legato alla soglia di sbarramento per l’accesso ai buoni. Viene, infatti, stabilito dal Comune di Pesaro, che i buoni risultino non dovuti qualora il soggetto o il nucleo familiare percepisca già forme di sostegno del reddito varie (cassa integrazione, reddito di cittadinanza o altro) per un valore pari o superiore a 600 euro. E anche qui non si distingue tra persona singola e la famiglia, ma la differenza è ben visibile: 600 euro possono essere sufficienti per un mese per una persona sola, ma molto meno per una famiglia di 4 o 5 persone. Andrebbero stabilite soglie progressive in base alla composizione dei nuclei familiari».

I consiglieri comunali e di quartiere Ascoltiamo Pesaro

«Il rischio di questa scelta è che si vadano a privilegiare gli irregolari e i lavoratori in nero. Non solo, il modulo di autocertificazione predisposto è da migliorare, in quanto non prevede la possibilità di indicare la concreta situazione in cui il soggetto si trovi, ma impone la dichiarazione di una compresenza di situazioni difficili da riscontrare. Ci siamo attivati con gli assessori di competenza presentandogli una relazione e chiedendo di valutare le modifiche proposte. La Giunta ha preferito fare da sola e in fretta, senza un reale coinvolgimento di tutti. Non si tratta di un punto di principio, ma di ragionevolezza. Un coinvolgimento di più forze avrebbe permesso di evitare errori ed ingiustizie presenti nel provvedimento che, con un minimo di confronto, si sarebbero potute discutere correggere.

«Sarà difficile cambiare ora  l’avviso pubblico e i criteri di assegnazione, – concludono i Consiglieri di Quartiere Corrado Brancati e Gabriele Angelini di Ascoltiamo Pesaro, che hanno coordinato il lavoro –  ma in ogni caso ci auguriamo che il Comune assuma criteri più elastici e penalizzi di meno le famiglie qualora vi siano ulteriori risorse a disposizione per una nuova distribuzione dei buoni, dove chiederemo che vengano distribuiti tra le persone bisognose che in questa fase sono rimaste escluse dagli errati criteri imposti dal Comune di Pesaro».

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