Pesaro

Pesaro, la pena diventa definitiva: due uomini in carcere per stupro e maltrattamenti

La squadra mobile della polizia ha eseguito due ordini di carcerazione per un argentino di 27 anni e un moldavo di 45. Le storie

La sede della Questura di Pesaro

PESARO – La giustizia fa il suo corso e due uomini finiscono in carcere per stupro e maltrattamenti.

Ad eseguire i due ordini di carcerazione la polizia di Stato, con la squadra mobile che ha rintracciato i due destinatari dell’ordine di carcerazione.
Il primo è un 27enne argentino che per cumulo di pene deve scontare 7 anni e 5 mesi e 24 giorni di reclusione per reati di spaccio, ma soprattutto stalking e violenza sessuale nei confronti della sua ex.

A maggio il 27enne era stato condannato a 7 anni di reclusione. Si era introdotto in casa per consumare rapporti sessuali non consenzienti con la ex. Si era arrampicato fino al balcone della sua camera a Case Bruciate, poi aveva sollevato con forza la tapparella. Lui era entrato in casa forzando e ha iniziato a colpire la 23enne con calci e pugni (3 giorni di prognosi). Poi l’aveva presa per i capelli e portata in bagno dove le ha schiacciato la testa nel bidet con forza. Il tutto condito da frasi come “Ti ammazzo”. Poi lo stupro. Di qui la condanna a 7 anni e al risarcimento alla vittima. Rintracciato a Pesaro, la squadra mobile l’ha portato al penitenziario di Villa Fastiggi.

Altro ordine di carcerazione per un moldavo di 45 anni che a maggio era stato condannato a 3 anni e 2 mesi per maltrattamenti in famiglia verso la moglie e i figli. Per lui un atteggiamento di gelosia ossessiva da arrivare a sabotare l’auto della moglie. Le avrebbe staccato i cavetti della batteria per impedirle persino di andare al lavoro.
L’uomo era anche accusato di aver colpito più volte la moglie con pugni in testa tali da causarle un trauma cranico, poi alle costole e strattonamenti. Tutto provocato da un raptus di gelosia crescente, tale da arrivare a sottrarle il telefono cellulare per impedire che comunicasse con altri. Minacciava di farle del male e di portarle via la figlia minorenne.

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