Pesaro

Pci Pesaro: «Distacco, Montefeltro svenduto i politici si dimettano»

Duro attacco per la secessione di Montecopiolo e Sassofeltrio: «Inesorabile degrado e politica del nulla»

Una veduta di Montecopiolo

PESARO – Distacco di Sassofeltrio e Montecopiolo, il Partito comunista italiano parla di un «inesorabile degrado e la lenta liquefazione della “Politica del Nulla” e del “Vuoto Cosmico”, che non è più in grado di risolvere i problemi della comunità, e si affida a strumenti come le secessioni, che rappresentano una presa in giro per i cittadini, utile solo a non risolvere i problemi, quanto più spesso ad aggravarli. Non a caso molti cittadini del Montefeltro, a cominciare da quelli dei due comuni interessati che ce lo hanno segnalato, hanno mostrato netta contrarietà e preoccupazione per tale sciagurata decisione, presa sulla base di un vecchio referendum di 14 anni fa, e che aveva visto un’astensione altissima».

Il Pci Pesaro si chiede «come mai il Parlamento non abbia mai concesso l’autorizzazione a Cortina d’Ampezzo e ad altri 11 comuni di Lombardia e Veneto che, con analoghi referendum, hanno chiesto negli ultimi 20 anni di passare in Trentino-Alto Adige. Due pesi e due misure? Si tratta di una vicenda platealmente offensiva per tutti i cittadini delle Marche e della provincia di Pesaro-Urbino e, a pagarne il prezzo, saranno proprio gli abitanti di quei comuni, dal momento che l’Emilia-Romagna di Bonaccini (PD) ha già ampiamente dimostrato con la Valmarecchia quanto abbia a cuore i problemi dell’entroterra (dopo quella secessione in quel territorio è aumentata l’incuria, le strade colabrodo sono ovunque, non c’è stato nessun serio investimento sulla viabilità, né tantomeno sulle politiche industriali, agricole, turistiche e sociali), e quelli di tutto il Montefeltro, che viene ulteriormente diviso e umiliato, dopo 600 anni di storia comune che lo hanno da sempre legato ad Urbino (altro che Romagna e altre stupidaggini da avanspettacolo)».

Infine l’attacco alla politica locale. «Il fatto più grave è l’atteggiamento sconcertante di alcune forze politiche presenti in Parlamento come la Lega Nord, che hanno di fatto operato contro la provincia di Pesaro-Urbino e contro le Marche, seguita a ruota fa Forza Italia, e persino dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle, che hanno talmente a cuore la democrazia da aver ignorato la raccolta di oltre 1000 firme contro la secessione, nonchè i pronunciamenti univoci della Provincia di Pesaro-Urbino e della Regione Marche.

Ora si assumano in pieno la grave responsabilità storica e politica di tale atto scellerato, per il quale non esiste alcuna giustificazione. Lascino il posto ad altri».     

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