Pesaro

Parcheggio di porta Cappuccina a Pesaro, il Comune rinnova l’interesse all’acquisto ma c’è ancora un contenzioso

L'assessore al Fare Pozzi: «I fondi e la copertura sono ancora disponibili. Non c'è stato alcun cambio di volontà per rilevare l'area»

Il parcheggio di Porta Cappuccina chiuso

PESARO – Parcheggio di Porta Cappuccina, il Comune di Pesaro ha ancora i fondi disponibili per acquistare l’area.

Riccardo Pozzi, assessore al Fare, ha replicato all’interrogazione presentata dal consigliere Roberto Biagiotti sul “Contenzioso intercorrente con la società Porta Cappuccina per l’acquisto dell’area”. L’assessore al Fare ha sottolineato che «non vi è alcun impegno ufficiale e non vi sono stati contratti preliminari di compravendita immobiliare» dopo aver ripreso la delibera di consiglio comunale del 2018 (sull’approvazione della nota di aggiornamento al Dup 2019 – 2021) che segnalava la vicina scadenza del comodato gratuito del parcheggio e “ravvisava la necessità di una soluzione definitiva, acquisendo la proprietà esclusiva dell’area per adibirla a parcheggio pubblico”. L’area, al centro di un contenzioso, è stata recintata.

Documento a cui era seguito la delibera di consiglio, del 2019, che aveva ripreso il tema. Nel testo si legge “la stima del valore del bene da acquisire (pari a 515.000 euro)” e “la richiesta all’Agenzia del Demanio dell’attestazione sulla congruità del valore del predetto bene”. Lo stesso, indicava che, “qualora, per ragioni dovute ad esigenze economiche e/o finanziarie l’amministrazione necessiti di tempi di copertura della spesa eccessivamente lunghi rispetto all’interesse pubblico di acquisire con immediata celerità detta area’, ‘il presente provvedimento – atto fondamentale di indirizzo – fornisce alle società partecipate dal Comune di Pesaro l’indirizzo di procedere all’acquisto celere e immediato dell’area’. Alla giunta comunale, organo esecutivo, spetterà l’eventuale facoltà di dettagliare tale volontà”. Stante il mancato accordo con la società, la Giunta ha stabilito diverse indicazioni sulla modalità di acquisire il parcheggio con la deliberazione 133/2020». 

Pozzi ha sottolineato che, «non c’è stato alcun cambio di volontà di acquisire l’area e non è stato scritto da nessuna parte, in maniera inequivoca, che si voleva fare l’acquisto diretto, possibile solo qualora l’immobile fosse stato libero da pesi e gravami». L’assessore ha evidenziato che «sono pervenute delle diffide (marzo 2019 e dicembre 2020); da qui l’esigenza di tutelare gli interessi del Comune di Pesaro da eventuali azioni legali e da richieste di risarcimento danni», una situazione che ha rallentato l’iter. 

Sulla fruizione del parcheggio, ha aggiunto: «Non spetta all’amministrazione impedire l’accesso dei cittadini a un’area privata. Abbiamo comunque rinnovato l’interesse a rilevare la proprietà dell’area, attraverso procedure ablatorie. La Giunta ha confermato la volontà del Consiglio di acquisire l’area, individuando la procedura espropriativa quale modalità più garantista». 

Sui fondi destinati all’acquisto del parcheggio, l’assessore ha precisato che «sono ancora disponibili e la copertura economica per l’acquisizione dell’area è ricompresa nell’esercizio 2022». 

Sulle paventate azioni risarcitorie e di responsabilità, «non si rileva alcuna ipotesi di responsabilità precontrattuale, né la possibilità che l’amministrazione venga citata in giudizio». Il Tribunale «non ha condannato l’amministrazione comunale né per l’occupazione abusiva né per gli eventuali danni e alla luce degli eventi che si sono succeduti, si ritiene che non vi sia alcun danno da indennizzare». Pozzi sottolinea anche che «non vi è una perdita patrimoniale, conseguente a illegittimi esborsi e non vi sono condanne per risarcimento danni nelle cause intentate». 

Il consigliere Lega Roberto Biagiotti ha precisato: «In realtà c’è un procedimento in corso di cui siamo in attesa della sentenza; e c’era un compromesso sottoscritto dall’amministrazione con esproprio già attivato con perizia dei tecnici del Comune. Invito l’assessore a controllare l’operato del suo ufficio». 

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