Pesaro

Omicidio Panzieri, un collegio di sette professionisti per la perizia psichiatrica su Alessandrini

A Pesaro l'incidente probatorio per l'incarico. Il responso sulla capacità di intendere e di volere il 14 luglio

Il tribunale di Pesaro

PESARO – Perizia psichiatrica su Michael Alessandrini saranno sette i consulenti incaricati.
Il caso è quello dell’omicidio di Pierpaolo Panzieri, avvenuto nella sua abitazione di via Gavelli, nel centro storico di Pesaro, la sera del 20 febbraio. Il 27enne è stato ucciso con 15 coltellate. Reo confesso dell’omicidio è Alessandrini, 30enne pesarese, in carcere a Villa Fastiggi dallo scorso 16 marzo, dopo l’estradizione in Italia dalla Romania.
Martedì 11 aprile l’incidente probatorio avanzato dalla Procura di Pesaro finalizzato ad effettuare la perizia psichiatrica sull’indagato. Ieri è stato nominato il collegio peritale.
In aula c’era Alessandrini, ma erano presenti anche le parti offese ovvero il padre, la madre e il fratello di Pierpaolo.

Il Gip ha nominato due consulenti, la procura altri due, la parte offesa due mentre l’indagato ne ha nominato uno per tramite del legale Salvatore Asole. Un collegio che dovrà stabilire la capacità di intendere e di volere di Alessandrini e se potrà affrontare il processo. Nuovo appuntamento in aula il 14 luglio alle 10 davanti al Gip per l’esito.

«È un quesito ampio che permetterà di indagare le capacità di intendere e di volere dell’indagato sia prima del fatto, durante e dopo il fatto – ha spiegato l’avvocato Salvatore Asole, legale di Alessandrini – Questo è un passaggio fondamentale che potrebbe condizionare tutto il procedimento. Da questa perizia dipendono le sorti di Alessandrini perché se fosse dichiarata totalmente la sua incapacità di intendere e di volere, ci sarà un non luogo a procedere e si opterà per una misura di sicurezza in una Rems, le residenze che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari. Qualora ci fosse una parziale infermità si andrà a processo con tutte le attenuanti del caso. Dunque un passaggio chiave».

Alessandrini si era dichiarato reo confesso dell’omicidio, ma aveva escluso il motivo passionale. Aveva riferito di aver adempiuto a una voce divina che in quel momento gli ha imposto di uccidere il povero Pierpaolo in quanto a suo giudizio era un “malfattore”. Questa la parola usata da Michael.
Il motivo è da ricercare nell’intreccio che porta a quella donna già tirata in ballo, Julia. Michael avrebbe voluto proteggere quella ragazza fragile, agendo per conto di Jahvè, il dio biblico degli eserciti. Alessandrini avrebbe quindi agito come “giustiziere”.

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