Pesaro

Omicidio a Fano, l’assassino aveva provato già a togliersi la vita

L'efferato delitto determinato da una situazione di fragilità legata alla grave malattia della vittima

Gli uomini del 118 in azione
Gli uomini del 118 in azione

FANO – Aveva già cercato di togliersi la vita Angelo Sfuggiti, il 70enne che nella serata di lunedì scorso 21 novembre ha strangolato ai piedi del letto la moglie Rita Talamelli.

Emergono nuovi particolari dal delitto che ha sconvolto nelle ultime ore Fano che sfumano sempre più i contorni del femminicidio, fatti di dominanza e possesso, svelando invece la fragilità scaturita da una situazione di malattia. Il diverso innesco non mitiga la ferocia con cui si è consumato il delitto nella villetta bifamiliare di via Montefeltro: l’uomo avrebbe strangolato a mani nude la donna ai piedi del letto dopodiché avrebbe assunto farmaci in abbondanza nel tentativo di togliersi la vita; nel mentre, anche se in stato confusionale, avrebbe atteso la morte vegliando il corpo della consorte.

La donna soffriva di una malattia psichiatrica causata diversi anni fa da una patologia neurologica dalla quale non si era mai pienamente ripresa e che l’aveva portata ad un progressivo peggioramento delle sue condizioni psicologiche. Il 70enne, molto noto a Fano per aver gestito per quasi 50 anni la pizzeria “Da Angelo”, a detta di tutti aveva accudito la moglie con amorevolezza in questi lunghi e difficili anni ma la situazione era divenuta per lui evidentemente oramai insostenibile tanto da scaturire nel dramma.

L’uomo si trova ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Croce, piantonato dalla polizia in stato di arresto: l’accusa è di omicidio volontario aggravato. La salma della donna è stata portata all’obitorio a disposizione del pm Marino Cerioni per l’autopsia.

Sull’accaduto si è espresso pubblicamente anche il Sindaco di Fano Seri: «Quanto accaduto a Rita Talamelli ci lascia sgomenti e senza parole. Questo lutto ci tocca e ferisce la nostra comunità. E una comunità è forte se sa rispettare il dolore della famiglia, per cui esprimo la vicinanza ai cari. Questa tragedia ci porta ad una riflessione, a non lasciare da solo chi si trova a vivere questi drammi, anche quando si rimane nel silenzio delle proprie mura domestiche».

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