Pesaro

Pesaro, numero di occupati oltre i livelli pre-pandemia: ma attenzione alle tipologie di contratti

I dati del centro per l'impiego certificano il rimbalzo economico. Il direttore Andreani: «Mercato espansivo, ma non si trovano figure specializzate»

PESARO – I dati sull’occupazione certificano il rimbalzo economico. Aumentano le nuove assunzioni, ma è caccia a certe figure professionali, dunque il tema della formazione è fondamentale.

Il centro per l’impiego di Pesaro monitora costantemente i dati legati al mondo del lavoro per i comuni di Gabicce Mare, Gradara, Mombaroccio, Monteciccardo, Montelabbate, Pesaro, Tavullia, Vallefoglia.
Il numero di contratti dal gennaio all’ottobre 2021 è stato di 23.689. Un vero aumento rispetto al 2020, anno di pandemia, in cui i contratti furono 18.991. L’aspetto più che positivo deriva dal paragone con l’intero anno del 2019, anno pre-pandemico, quando i nuovi avviamenti al lavoro furono 23.569. Ci sono altri due mesi dunque per superare il vecchio dato.

La tipologia di contratti però impone delle riflessioni. Il tempo determinato è la formula prevalente con 12.470 nuovi contratti, il tempo indeterminato è a quota 2.286. Le aziende assumono in maniera più strutturale perché nel 2019 il posto fisso era al 9,3%, poi nel 2020 il crollo al 8,1% per poi salire a quota 9,5% nel 2021. Il contraltare è rappresentato dai contratti di somministrazione, ovvero quelli più precari, che sono passati dal 22,5% del 2019 al 19,7% del 2021. Anche il dato del lavoro intermittente del 2021 vede 4.680 rispetto ai 5.317 pre-pandemia.

Il direttore del centro per l’impiego Claudio Andreani commenta i numeri. «A fine anno vedremo un aumento considerevole di nuove assunzioni, anche rispetto all’anno pre pandemia. Possiamo parlare di un mercato espansivo che è esploso con il rimbalzo economico in atto. I contratti precari o a tempo determinato sono la maggioranza, ma notiamo una maggior propensione alla stabilità rispetto al passato». Ma attenzione alle figure richieste. La domanda di lavoro non incontra l’offerta. «I bonus dell’edilizia hanno portato all’apertura di tanti cantieri – spiega Andreani – un settore chiave che muove un intero indotto. Eppure facciamo fatica a trovare personale specializzato. Mancano figure anche per la meccanica come tornitori, così come per livelli commerciali e impiegatizi specifici. C’è una domanda generalizzata che non trova corrispondenza nell’offerta». I settori che assorbono di più sono la ristorazione alloggio con 7.338 nuovi contratti, poi intrattenimento arte con 1.976; agricoltura 567; Costruzioni 715; Manifatturiero 2.992 e commercio 1702. Ecco il dettaglio delle assunzioni per grado di istruzione: Superiori 7254; Licenza media 6.210; Nessun titolo di studio 5002; Laurea 2616; Istruzione 2753.

Claudio Andreani

Serve formazione, su cui il direttore Andreani insiste. «Sicuramente occorre potenziare il sistema scolastico soprattutto pensando a istituti professionali e tecnici. Questo è un punto di partenza dove occorre un collegamento tra il sistema produttivo quello scolastico. La formazione interviene successivamente, ma rimediare a questo scollegamento iniziale non è semplice. Da parte nostra c’è una fase delicata perché alcuni corsi sono stati fatti in Dad, ma per altri è impossibile e il covid ci ha limitato tantissimo. Dunque alcuni profili sono stati difficili da formare».

I disoccupati ad oggi sono 8.411 di cui 5032 donne. La fascia di età più colpita è tra 55-59 anni con 1130. Quanto ai titoli di studio la maggioranza ha conseguito un diploma superiore (3484) mentre i laureati a casa sono 847. Ecco il dato dei disoccupati per titolo di studio: licenza media a 2693; superiori 3484; nessun titolo 847 e Laurea 564.

«Riscontriamo che un target del 60% non ha un percorso scolastico che vada oltre la 3 media tra gli iscritti. E l’analfabetismo funzionale è un problema molto serio, tanto che l’Ocse colloca l’Italia agli ultimi posti. Cosa significa? Ci sono persone che non riescono ad apprendere e a immagazzinare conoscenza».

Ultima nota, il dato femminile. Prevalgono fra i disoccupati e la fascia d’età più rappresentata è tra i 45 e i 59 con 1800 persone in cerca attiva di lavoro.  

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