Pesaro

Pesaro, obbligo di sospendere la somministrazione per chi non aderisce alla notte delle candele: è polemica

Confcommercio: «Andava concertato con le associazioni». Gruppo consiliare Lega: «Regime dittatoriale del sindaco»

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PESARO – È polemica per l’ordinanza in cui si obbligano i pubblici esercizi a sospendere l’attività qualora non si aderisca alla festa delle Candele. Associazioni di categoria e opposizione politica non ci stanno.

«Dopo aver letto attentamente l’ordinanza del 6 agosto 2021 riguardante l’evento “Candele  Sotto le Stelle” e dopo aver ricevuto decine di chiamate dagli operatori interessanti, comprendiamo come, invece di fare chiarezza, attraverso aggettivi interpretabili come da “abitudine italiana”, durante la manifestazione molti gestori non sappiano assolutamente come comportarsi – spiega la Confcommercio Pesaro – Non siamo a disquisire sul tenore unilaterale della comunicazione interna all’ordinanza, ma una critica la possiamo fare ed è quella che prima di far uscire una cosa del genere sarebbe stata necessaria una concertazione con le associazioni di categoria.

La nostra associazione avrebbe subito detto di  no alle limitazioni o forse le avrebbe indirizzate verso i soggetti veramente interessati all’evento. Ci auguriamo che, vista la difficoltà del momento che stiamo vivendo, dovuto ai Decreti Legge emanati dal Governo (vedasi il Green Pass) si possa far chiarezza su chi realmente si troverà nelle difficoltà di svolgere la sua funzione di somministrazione. Non crediamo che chi non partecipa ad una manifestazione debba essere limitato come se fosse un criminale».

Il gruppo consigliare della Lega è furioso: «L’ordinanza in cui si obbligano i pubblici esercizi a sospendere l’attività qualora non si aderisca alla festa delle Candele è da regime dittatoriale e va revocata immediatamente. Questa scelta è frutto di un’arroganza politica senza precedenti del sindaco e della sua sottomessa giunta. Abbiamo inoltre anche molti dubbi sulla sua legittimità. È chiaro che il sindaco ha scelto il ruolo dello sceriffo che riconosce solo la sua legge personale. Non ci si può nascondere dietro motivazioni sanitarie per giustificare l’obbligo di adesione ad una festa. Non c’è dubbio che di forzatura si tratta: sarebbe bastato limitarsi a richiedere di applicare le stesse limitazioni sanitarie (utilizzo del green pass) anche a coloro che scelgono di non aderire alla festa senza richiedere una chiusura forzata. I titolari dei pubblici esercizi hanno la sacrosanta libertà di non aderire alla festa e di vedersi garantita la possibilità di restare aperti e lavorare. Si ricordi il sindaco sceriffo che il settore è già fin troppo in sofferenza con la pandemia per dover subire anche l’arroganza politica di chi dovrebbe, invece, dare una mano. Ma del resto al PD pesarese non è mai interessato molto della categoria».

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