Pesaro

Nuova questura di Pesaro, Lanzi del Siulp: «Cinque anni per dire che l’Intendenza non è funzionale? Penoso»

Il segretario del sindacato di Polizia: «Ho subito attacchi dal sindaco, il tempo è galantuomo. Ora si pensi a via Cimarosa»

Marco Lanzi

PESARO – Nuova questura, anno zero. L’ira del Siulp, sindacato di Polizia. A intervenire è il segretario Marco Lanzi: «Il Siulp ha sempre contrastato con tutte le sue forze la scelta della ex Intendenza di Finanza come sede della nuova questura, una scelta che più volte definimmo totalmente inadeguata dal punto di vista tecnico- finanziario e sotto numerosi aspetti legati alla sicurezza. Una decisione che venne assunta sottotraccia senza alcun confronto con i sindacati di Polizia di Stato che, da un giorno all’altro, si trovarono di fronte al fatto compiuto: il 17 giugno 2016 fu stipulato il protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Interno, l’Agenzia del Demanio e il Comune di Pesaro. L’allora Prefetto Luigi Pizzi parlò di “un risultato storico”, entro il 2017 contiamo di iniziare i lavori”. Se non ci saranno intoppi “la nuova questura sarà fruibile dal 2019”. Protocollo rinnovato con la ennesima conferenza stampa di grandi annunci il 7 agosto 2020».

Lanzi prosegue: «All’indomani delle ultime elezioni il Sindaco Ricci mi attaccò frontalmente e pubblicamente affermando “Lanzi ha per anni strumentalizzato il suo ruolo di rappresentante delle forze di polizia rischiando di far saltare un’operazione storica come quella della questura è una cosa irresponsabile”.

Fu un attacco personale inaudito e oltraggioso in quanto ero colpevole di aver evidenziato con valutazioni tecniche e legate alla sicurezza degli Operatori di Polizia e dei cittadini quanto fosse sbagliata la scelta dell’ex Intendenza di Finanza. Abbiamo ora visto quanto fosse “storica” tale operazione: per fortuna il tempo è galantuomo e rimette a posto tutte le cose».

Sono stati individuati due terreni edificabili, uno a Pesaro Sud, uno in zona Palas come possibilità: «Come è possibile che siano passati quasi cinque anni e mezzo per avere l’esito delle verifiche di vulnerabilità sismiche e avere una risposta negativa sulla fattibilità tecnico-economica della questura presso l’ex Intendenza di Finanza?» prosegue Lanzi del Siult.
«Più volte il Siulp denunciò che i sei milioni di euro a disposizione non erano assolutamente sufficienti a ristrutturare un palazzo storico come quello di via Zongo alla luce della normativa sulla vulnerabilità antisismica e che sarebbe stato molto meglio costruire una nuova questura ex novo, in un’area semicentrale, facilmente fruibile da tutti i cittadini.

È necessario rendersi conto che laquestura non può essere trattata come un centro commerciale ma come un bene pubblico che offre innumerevoli servizi a tutti i cittadini che hanno il diritto di accedere in locali dignitosi e non fatiscenti, locali nei quali con mille difficoltà sono costretti a lavorare le donne e gli uomini della Polizia di Stato. E’ anche l’ora di mettere fine a questa infinita e penosa vicenda. Da tempo un’area l’abbiamo individuata e proposta unitamente ad alcuni politici locali: l’area di proprietà comunale tra via Cimarosa angolo via Solferino.

In ogni caso, a differenza di quanto accaduto nel 2016, chiediamo al prefetto, al questore e al sindaco di coinvolgere a pieno titolo i rappresentanti dei lavoratori della Polizia di Stato in quelle che saranno le nuove e future scelte sulla sede della nuova questura».

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