Pesaro

New jersey sulla Siligata «un ostacolo per gli animali, aumenta il rischio di incidenti»

Le associazioni ambientaliste criticano la decisione di Anas di posizionare lo spartitraffico. «Sono barriere e gli animali sosteranno sulla carreggiata»

Un tratto della Siligata

PESARO – Il new jersey lungo la Siligata non accontenta gli ambientalisti. La strada rappresenta un punto molto pericoloso per la viabilità tra Pesaro e la Romagna, teatro di incidenti. E Anas ha programmato la realizzazione di un Guard Rail.

Epa – Eprm sezione Pesaro-Urbino – GruppozerO – Italia Nostra – La Lupus in Fabula – Lipu Pesaro – Wwf non mancano di sollevare dei dubbi. «Tutte le infrastrutture lineari come guard-rail, barriere spartitraffico, barriere acustiche, new jersey, muri di contenimento, recinzioni. diventano dei muri quasi insormontabili per la fauna minore, come riccio, volpe, faina ma anche per la fauna più grande come cinghiali, caprioli, lupi.

Il progetto messo in atto dall’Anas con l’installazione dei new jersey lungo alcuni tratti della SS16 che costeggia l’area protetta del San Bartolo non farà eccezione. Così com’è concepito – se da un lato porterà certamente all’impossibilità del “salto di corsia” – dall’altro sembra quasi voler “stimolare” una maggior velocità degli automobilisti, non considerando la collocazione di questa arteria e la presenza di varie abitazioni ed esercizi ai margini delle stesse.

Il Parco Naturale del San Bartolo, confinato tra la costa e una parte di quella statale, ha una biodiversità alta di animali grazie anche al suo mosaico vegetazionale costituito da boschi, campi coltivati, fossi alberati. Numerosissimi sono i caprioli, i cinghiali ed è accertata, almeno da due anni, la presenza stabile di un branco di lupi che sono bioindicatori per eccellenza di una abbondante presenza di prede. Senza parlare dei mustelidi e di tutti gli altri piccoli mammiferi presenti nell’area protetta.

Questi animali attraversano frequentemente tutte le strade perché, ricordiamoci, che dal punto di vista naturalistico, non è l’animale che attraversa la strada ma è la strada che attraversa il territorio degli animali. Loro non percepiscono la strada come un pericolo ed è un comportamento normale per un animale selvatico l’attraversare una strada.

Una volta installati i new jersey, gli animali che attraverseranno, incontreranno questo muro, con due possibilità: o torneranno indietro o rimarranno sulla carreggiata per cercare un passaggio (che non esiste). Questo comporterà la presenza dell’animale per un tempo più lungo sulla strada, rispetto al solo attraversamento. Questa modifica dell’attuale situazione, implicherà per la fauna selvatica un aumento di probabilità di essere investita dai veicoli in transito.

Inoltre, la SS16 in quei tratti a 4 corsie è nota da anni come essere un vero “mattatoio” di animali: soprattutto mammiferi, ma sono spesso investiti anche rapaci notturni che volano a bassa quota. Ci risulta che l’Ente Parco si sia attivato anni fa per limitare questi incidenti con l’installazione di catarifrangenti per la fauna. Questi, riflettono la luce delle auto verso l’esterno. In questo modo gli animali selvatici sono abbagliati e bloccati momentaneamente fuori dalla strada e non la attraversano nel momento in cui transita un autoveicolo».

Gli ambientalisti propongono soluzioni. «Risulta che l’Anas stia ora collaborando con l’Ente Parco – cosa non prevista originariamente – per studiare possibili soluzioni alla fine di limitare il problema degli incidenti, come ad esempio la pulizia dei sottopassi già esistenti sotto la carreggiata e l’installazione di recinzioni per creare un imbuto all’entrata e all’uscita dei sottopassi.

Qsistono altre soluzioni, anche se non semplici da sostenere dal punto di vista economico (non avendole previste nel progetto originario) come ad esempio la realizzazione di ecodotti, “ponti” alberati che permettono il passaggio degli animali.

Il posizionamento di new jersey aumenterà sicuramente il numero di incidenti con la fauna selvatica e causerà probabilmente anche un aumento di persone ferite se non peggio».


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