Pesaro

Bollette meno care con l’energia condivisa. A Montelabbate la prima comunità energetica rinnovabile delle Marche

“CERossini” è operativa da luglio. L’impianto fotovoltaico da 15 kW situato sul tetto della scuola media Rossini fornisce energia alla scuola stessa e agli otto privati che hanno aderito al progetto

MONTELABBATE- È Montelabbate (PU) il comune marchigiano ad aver costituito ed attivato la prima comunità energetica rinnovabile (CER) delle Marche. Nata a gennaio 2022 su iniziativa dell’amministrazione comunale, “CERossini” è operativa dallo scorso luglio. L’impianto fotovoltaico da 15 kW situato sul tetto della scuola media Rossini fornisce energia alla scuola stessa e agli otto privati, 6 abitazioni e due attività commerciali, che si trovano in prossimità dell’istituto (entro 2-300 metri così da ricadere sotto la stessa cabina secondaria di trasformazione dell’energia) e che hanno deciso di far parte della comunità energetica rinnovabile. La CERossini è quindi formata da una coalizione di utenti che, tramite volontaria adesione a un contratto, collaborano con l’obiettivo di autoprodurre, consumare e gestire energia.
L’assessore all’Ambiente del Comune di Montelabbate, Pierluigi Ferraro, ci racconta come nasce e come funziona questa esperienza innovativa.

Pierluigi Ferraro, assessore all’Ambiente del Comune di Montelabbate

Assessore Ferraro perché avete deciso di creare una CER? Come è stata costituita?
«Sono un appassionato di tematiche ambientali e quando nel giugno 2021 il vicesindaco Luca Faroni mi portò sopra il tetto della scuola media dove si stava installando l’impianto fotovoltaico ho subito detto: “Qui facciamo una comunità energetica”. Ho così presentato il progetto in Giunta e in Consiglio comunale. Successivamente ho contattato il Sen. Girotto, il papà della normativa sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, e grazie a lui conobbi il sindaco di Magliano Alpi, il primo comune a creare una CER in Italia. Abbiamo quindi sottoscritto un accordo affinché ci accompagnassero nel percorso per costituire la prima CER anche nelle Marche. Abbiamo fatto tutti i passaggi come previsto dalla legge, abbiamo emanato l’avviso per la manifestazione di interesse e incontrato i cittadini per spiegare il progetto e convincerli ad aderire. Ricordo che la mattina successiva all’incontro, alle 7:30 si presentarono in Comune i primi 4 utenti e in un paio di giorni abbiamo chiuso il bando. Abbiamo quindi depositato all’Agenzia dell’Entrate l’atto costitutivo della comunità energetica. I soci non hanno sborsato nemmeno un euro, anche perché il nostro segretario comunale è un notaio. Ringrazio tutti gli uffici comunali e il segretario per il lavoro svolto».

Quali sono i vantaggi della CERossini?
«Ci sono tre benefici. Il primo è l’autoconsumo diretto: tutta l’energia prodotta dall’impianto viene consumata dalla scuola dove si trova l’impianto fotovoltaico. Questo è importantissimo perché significa abbattere i costi dell’energia elettrica. Il secondo è che tutta l’energia in surplus viene acquistata dal GSE e quindi ripagata. Il terzo è che i kW messi in rete vengono valorizzati due volte: con la vendita dell’energia al GSE e con l’utilizzo da parte dei soci della CERossini. Per ogni kWh che i soci consumano durante la produzione di energia dal pannello fotovoltaico possono recuperare 12 centesimi. Siamo attivi da luglio e ad ottobre abbiamo ricevuto il codice contratto GSE. Prima che i soci ricevano i benefici economici previsti dalla normativa passeranno dai 6 agli 8 mesi. Con la comunità energetica rinnovabile facciamo del bene all’ambiente perché viene utilizzata l’energia da uno strumento che sfrutta l’energia rinnovabile e non quella fossile».

Seguendo il vostro esempio, ci sono altre amministrazioni comunali nelle Marche che vorrebbero costituire una CER?
«Sì, ci sono diversi Comuni che vorrebbero intraprendere questa strada. In questi mesi ho partecipato come relatore a parecchi incontri con molte amministrazioni comunali e proprio in questi giorni stiamo sottoscrivendo un accordo con il Comune di Vallefoglia e il Comune di Gradara per accompagnarli nel percorso di creazione della CER».

Secondo lei le CER rappresentano il futuro?
«La crisi energetica ci ha messo di fronte alla necessità di un cambiamento. Sono convinto che nell’arco di 10 anni si parlerà di comunità energetiche rinnovabili proprio come oggi parliamo di servizio idrico e di servizio rifiuti».