Pesaro

Montecchio ha perso la sua memoria storica: lutto per la scomparsa di Franco Bezziccheri

L'83enne era stimato e benvoluto. Un vero e proprio vulcano di idee sia in ambito lavorativo che in quello sociale: tante le iniziative di beneficenza organizzate e sostenute

Montecchio nel Comune di Vallefoglia

VALLEFOGLIA – Lutto a Montecchio per la scomparsa di uno dei suoi cittadini più noti e stimati. È mancato all’età di 83 anni Franco Bezziccheri, per tutti ‘el lup’, memoria storica della città ma anche imprenditore e uomo dalle mille peculiarità.

A darne il triste annuncio è stata la figlia Lara: «Dopo una lunga battaglia papà Franco ha deciso che il suo percorso terreno era finito. Ci ha dato un ultimo insegnamento, il suo attaccamento alla vita è stato commovente, un grande esempio di forza e amore».

Franco Bezzicheri
Franco Bezzicheri

Bezziccheri, storico titolare della Ferramenta Serenissima, ha vissuto molte vite anche lavorative, questo a riprova della sua incontenibile vitalità e del suo grande spirito di iniziativa. Tra le sue mani sono passate tante teste montecchiesi: l’83enne era stato prima di tutto infatti barbiere. Impegnatissimo anche nel sociale, negli anni si era prodigato a raccogliere fondi a sostegno di missioni in Africa.

A lui ha voluto dedicare un pensiero anche la consigliera regionale Micaela Vitri: «Sono profondamente addolorata per la scomparsa di Franco Bezziccheri, una colonna portante di Vallefoglia da sempre impegnato nell’associazionismo e grande appassionato di storia al punto che qualche anno fa ha realizzato uno straordinario libro di memorie di Montecchio. I sani principi, ai quali si è ispirato durante la vita, lo hanno reso un uomo rispettato e stimato in tutta la comunità. Alla famiglia e agli amici vanno le più sentite condoglianze».

Molto bello e sentito il ricordo scritto da Simone Baiocchi condiviso da molti sui social: «Franco Bezzicheri da Montecchio, per gli amici “Pasiòn”, perché il suo motto era “par fè stle rob c’vo la pasiòn” (per far queste cose ci vuol la passione). Un entusiasta, una delle persone più disponibili che ho mai conosciuto: se gli entravi nel cuore ed eri capace di appassionarlo a qualcosa, non ti diceva mai di no. Amava il canto corale e da questo è iniziata anche la sua passione per l’Africa: attraverso l’organizzazione di rassegne corali, promosse tanta beneficenza per l’associazione “Africa Mission”, una solidarietà che l’ha condotto più volte nel grande continente abitato da popoli sorridenti e felici ma bisognosi di tante cose. Negli anni d’oro era l’uomo delle sponsorizzazioni: era capace di raccogliere cifre importanti passando pazientemente alla questua una ad una le tantissime ditte del suo territorio, magari raccogliendo da alcuni soltanto 50.000 lire. “Simone ti prego il logo di questa ditta dobbiamo metterlo… lo so hanno dato poco ma è una semina per l’anno prossimo”. Come potevi dirgli di no? E così i depliant delle rassegne corali avevano molte più pagine coi loghi che con i programmi musicali. Ma Franco era così: se si appassionava a qualcosa era quasi impossibile fermarlo. Fu il compagno di mille avventure musicali tra gli anni ‘90 e 2000: impossibile dimenticare l’enorme lavoro fatto gomito a gomito per la realizzazione di tante esecuzioni degli oratori del maestro Domenico Bartolucci. Una volta mi costò non poca fatica farlo desistere dal proposito di ospitare un’esecuzione de “La tempesta sul lago” di Bartolucci nel bocciodromo di Morciola, un’idea che gli era balenata in testa dopo che trovammo rifugio per le prove con più di cento persone tra solisti, coro e orchestra in un bocciodromo in disuso (Pesaro non era ancora città della musica). Sua moglie Giuliana, le figlie, lo zio don Ilario, Montecchio, don Orlando (con cui ogni tanto volava qualche graffio ma in fondo si stimavano e si volevano bene), i cori, le Dolomiti, il mare, la bici da corsa: impossibile enumerare tutti gli amori e le passioni di Franco. Davvero un personaggio, uno a cui devo molto: credeva nella collaborazione tra cori e fu proprio per noi due che presero vita con una novità assoluta per Pesaro alcune produzioni sinfonico corali di notevole rilievo, messe in atto con gruppi che non avevano mai avuto collegamenti tra loro prima di quel momento. Sicuramente sarà già all’opera per organizzare lassù qualche “Primavera corale” o qualche rassegna di beneficenza per l’Africa».

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