Pesaro

Mobilità passiva, Mattioli (Pd): «È la pediatria di Rimini a curare i bambini pesaresi»

Allarme della capogruppo. «Nonostante la riapertura del reparto materno infantile di Pesaro, mancano gli specialisti»

L'ospedale di Pesaro

PESARO – Mobilità passiva, la fuga delle mamme verso Rimini per curare i bambini pesaresi. A lanciare l’allarme è la capogruppo Pd Anna Maria Mattioli: «Emergenziale la situazione della mobilità passiva verso Rimini dei bambini di Pesaro, con ricoveri e accessi in ambulatorio per le urgenze pediatriche anche a causa del momentaneo picco epidemico influenzale con numerosi casi di bronchioliti.

La Pediatria di Rimini, gestita dalla Regione Emilia Romagna sotto la guida politica del governatore Pd Stefano Bonaccini, è un centro di secondo livello e fa parte del Dipartimento Salute Donna Infanzia Adolescenza di Rimini, centro di riferimento per il materno-infantile della ASL Romagna anche per la presenza di branche ultraspecialistiche.

Non è bastata quindi la riapertura del reparto materno-infantile di Pesaro a rassicurare i genitori pesaresi sulle cure specialistiche offerte ai loro bambini, viste anche le dichiarazioni pubbliche dell’assessore Saltamartini che ha deciso che l’Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche, dovrà metterà a disposizione i propri specialisti per consulenze di chirurgia, anestesia e rianimazione pediatrica ai medici del comparto di Pesaro, col tentativo di evitare le trasferte verso l’Emilia Romagna, affrontando disagi e costi che ricadono sui bilanci familiari spesso già in sofferenza».

Per Mattioli «una notizia che mortifica ancor più la nostra sanità locale che paga la pesante soppressione di Asur e dell’Azienda Ospedaliera Marche Nord sostituita dal 1° gennaio dal retrogrado progetto delle AST. 

Tante mamme pesaresi mi hanno riferito di come vengono accolti e curati i loro bambini, dal Pronto soccorso ai reparti ultratecnologici della pediatra riminese, con tempestiva presa in carico e alta specializzazione nelle cure, potendo contare su personale medico con contratti pubblici a tempo indeterminato, che garantiscono anche controlli post ospedalieri con gli stessi medici che li hanno curati. 

Auspico che questi modelli di buona sanità pubblica, possano essere da modello per la nostra sanità regionale e poter far tornare ad essere i nostri ospedali luoghi di cura altamente operativi e di qualità, specialmente nelle cure pediatriche, con medici assunti con contratti pubblici a tempo indeterminato e remunerazioni dignitose e comparate ai colleghi della sanità privata». 

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