Pesaro

Mobilità passiva in aumento a Pesaro e Fano, oltre 6000 pazienti vanno fuori regione. Ruggeri (M5S): «La Regione intervenga»

La capogruppo illustra i dati dei distretti negli ultimi anni. «Il fenomeno è più acuto per Marche Nord e costa oltre 43 milioni»

PESARO URBINO – La mobilità passiva continua a essere la grande falla del sistema sanitario nella provincia di Pesaro Urbino. La capogruppo dei 5 Stelle, Marta Ruggeri, incalza la giunta regionale sollecitando interventi che permettano di invertire una tendenza sempre più preoccupante.

«Non si può continuare a convivere con un problema – afferma Ruggeri – che ha ricadute economiche assai pesanti tanto sui bilanci del servizio pubblico quanto in termini di disagio per i cittadini». L’atto ispettivo di Ruggeri evidenzia infatti che nel triennio 2018-2020 si è registrata «una tendenza al peggioramento dei dati riguardanti l’Azienda ospedaliera Marche Nord e i relativi distretti sanitari». Prosegue la capogruppo dei 5 Stelle: «Il saldo negativo della mobilità sanitaria interregionale era pari a oltre 5.700 casi nel 2018. Questo dato rappresenta la differenza fra la mobilità passiva e la mobilità attiva dei pazienti provenienti da altre regioni, che invece chiedono di essere assistiti nelle strutture locali. Nel 2019 il saldo negativo è diventato pari a quasi 5.800 casi e nel 2020, il primo anno del Covid, è schizzato a poco meno di 6.300 casi».

Dai dati si evince inoltre che, ulteriore dato dissonante, «la mobilità passiva non sia alimentata soltanto dalla richiesta di prestazioni di alta o altissima complessità», ma riguardi anche e «in buona parte le prestazioni di medio-bassa complessità, con particolare riguardo al distretto di Pesaro».

Marta Ruggeri
Marta Ruggeri

Nel dettaglio nel 2020, il distretto di Pesaro ha registrato 17.132 ricoveri ospedalieri, dei quali il 25,8% (corrispondente a 4420 casi) rappresenta la produzione per residenti effettuata in strutture extraregionali (mobilità passiva); in particolare, vengono effettuate in strutture fuori Regione il 27% delle prestazioni di complessità bassa, il 30,8% di quelle a complessità medio-bassa, il 19,2% di quelle a complessità medio-alta, il 27,9% di quelle a complessità alta e il 26,3% di quelle a complessità altissima.

Nello stesso anno, il distretto di Fano ha registrato 19.797 ricoveri ospedalieri, dei quali il 14,2% (corrispondente a 2811 casi) rappresenta la produzione per residenti effettuata in strutture extraregionali (mobilità passiva); in particolare, vengono effettuate in strutture fuori Regione il 10,8% delle prestazioni di complessità bassa, il 17,2% di quelle a complessità medio-bassa, il 9,7% di quelle a complessità medio-alta, il 20,8% di quelle a complessità alta e il 20,3% di quelle a complessità altissima.

Sul fronte economico, nell’ultimo piano socio-sanitario regionale 2020-2022, si legge che nel 2017 il costo della mobilità passiva dall’Area Vasta 1 verso altre regioni ammontava a oltre 43 milioni e 700.000 euro, pari a quasi il 24 per cento della spesa sostenuta per i ricoveri complessivi dei residenti. Il fenomeno della mobilità passiva risulta inoltre «quanto mai preoccupante e anomalo» per l’azienda ospedaliera.

«Marche Nord – specifica Ruggeri – eroga anche alcune specialità afferenti al secondo livello e aspirava a essere sia un punto di riferimento per il contesto provinciale sia uno strumento per ridurre la migrazione di pazienti, allo stesso tempo attraendone da altre regioni». In conclusione Ruggeri interroga la giunta regionale, chiedendo quali iniziative intenda attuare per porre un argine alla mobilità passiva «che attanaglia in modo peculiare i distretti sia di Pesaro sia di Fano e più in generale la provincia».

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