PESARO – Sentenza storica per due papà pesaresi che ora hanno due bambini. Il tribunale dei minorenni ha detto sì all’adozione.
È la prima pronuncia nelle Marche dopo l’approvazione del disegno di legge 824 del 16 ottobre scorso che ha previsto la Gpa (Maternità surrogata), anche se compiuta all’estero, perseguibile in Italia in quanto reato universale. Ma il binario qui è quello civile, non penale. E i due papà un 30enne e un 40enne, ora possono gioire.
Avevano avuto il primo bimbo grazie una Gpa, una gestazione per altri. I due infatti erano volati a San Diego negli Stati Uniti dove la Gpa è possibile e garantita dallo Stato, regolata dalla giurisdizione americana. Oltre ai pannolini e all’amore era iniziata anche l’epopea legale. Il loro obiettivo in Italia era la bigenitorialità, ma molti tribunali hanno impugnato le trascrizioni con la doppia paternità.
Ufficialmente solo il padre genetico è stato riconosciuto come il papà del bambino. Così l’unica strada in Italia era quella che l’altro padre adottasse il piccolo, unica soluzione possibile.
Il tribunale dei minori ha inviato un assistente sociale per conoscere la coppia e redigere una relazione. Era stato espresso un parere favorevole, così come il pm non ha messo ostacoli. Nell’agosto del 2023 il tribunale aveva accolto la loro richiesta di duplice paternità.
Ma in questi due anni anche l’altro genitore ha avviato la Gpa. Stessa procedura con il bimbo che è stato portato in Italia e cresciuto dai due papà assieme al fratello maggiore. La coppia ha portato nuovamente avanti le pratiche per l’adozione assistita dall’avvocatessa Claudia Fabiani. Ma questa volta con un problema molto più difficile da risolvere. Dallo scorso ottobre la maternità surrogata è diventata reato universale, intendendo l’estensione della pretesa punitiva italiana anche oltre i confini nazionali in Paesi ove, invece, la pratica è lecita, consentita e regolamentata. L’iter era stato avviato prima, ma mancava una pronuncia.
Il giudice, con sentenza depositata pochi giorni fa, ha disposto l’adozione anche del secondo bimbo richiamando una sentenza della Cassazione in cui si parla di “garantire al minore la tutela necessaria”. Il bambino è «una parte debole che potrebbe risultare fortemente danneggiata pur senza responsabilità».
Dunque «una discriminazione del bambino fatta derivare dallo stigma verso la decisione dell’adulto di aver fatto ricorso a una tecnica procreativa vietata dal nostro ordinamento, si risolverebbe in una violazione del principio di uguaglianza». Il giudice parla di «una interpretazione che deve essere improntata a un senso di umanità». I bambini non sanno nulla dei tribunali, giocano felici.
Per l’avvocata Claudia Fabiani. «Questa sentenza è molto importante perché il tribunale ha riconosciuto come superiore a qualsiasi interesse il diritto del minore alla bigenitorialità e alla famiglia. Il tribunale ha capito che al di là della tradizionale famiglia, il focus è il benessere del bambino. Un figlio voluto in maniera condivisa dalla coppia che se n’è presa cura come sottolineato anche dagli assistenti sociali. Nel corso degli anni i due papà si sono dimostrati una vera e propria famiglia come sinonimo di cura del bambino e dei suoi bisogni».