Pesaro

Luca Nardi, il tennista cresciuto alla Baratoff e i messaggi all’ex allenatore. «In campo ho capito che poteva succedere davvero»

Francesco Sani è stato il suo coach fino a novembre. «Risultato di talento e tanto lavoro». Il presidente Murrone: «Orgoglio del club»

Nardi e Sani a Porto

PESARO – La vittoria contro Novak Djokovic ha proiettato il pesarese Luca Nardi nell’Olimpo del Tennis.

Ha sconfitto il numero uno al mondo per 6-4 3-6 6-3 dopo due ore e ventidue minuti di gioco nei sedicesimi di finale del torneo di Indian Wells (Atp 1000). E pensare che il pesarese 108 al mondo era stato ripescato nel tabellone principale come lucky looser, ovvero il primo tra gli eliminati nelle qualificazioni. Incroci del destino per un ragazzo che è tesserato da sempre al Circolo Tennis Club Baratoff, nel cuore di Pesaro.

Il circolo Tennis Club Baratoff di Pesaro

Il presidente Ronni Murrone è raggiante: «Luca è da sempre con noi, è un nostro tesserato, un ragazzo d’oro. Ci siamo messaggiati con la famiglia e abbiamo portato le nostre felicitazioni. Ci sarà tempo e modo di farlo con lui perché dobbiamo solo lasciarlo in pace a giocare in questo momento. Ha fatto una cosa fuori dal normale, godiamoci questa impresa. Per noi è festa grande, Luca è un motivo di orgoglio». Un movimento, quello del tennis, che grazie a Sinner e ora Luca Nardi per Pesaro è cresciuto tantissimo. «C’è più passione – conferma il presidente – abbiamo 250 soci iscritti e sempre più persone si avvicinano».

Luca è cresciuto tennisticamente con l’allenatore Francesco Sani, del Tennis Club Baratoff. «Ho allenato Luca da quando era bambino che muoveva i primi passi nella scuola tennis fino a quando è diventato giocatore professionista a un passo dai primi 100 del mondo con l’aiuto del mio amico Gabriele Costantini fino a novembre 2023 – spiega Sani – Ma il nostro rapporto è rimasto strettissimo anche ora ci sentiamo e vediamo spesso.

Nardi e il coach Sani allo Us Open

Oggi prima del match non mi aspettavo la vittoria, ma una grande partita. Poi guardandolo ho iniziato a pensare che qualcosa poteva davvero succedere e credo che sia stato ciò che avvertiva anche lui in campo. E me lo ha confermato dopo la partita quando ci siamo sentiti.

È un risultato incredibile frutto del suo talento, del tanto lavoro fatto negli anni e dei sacrifici. Ha il poster di Nole in camera si è ispirato spesso a lui e guardava e guarda tutt’ora le sue partite e il suo modo di giocare anche se non è il suo solo idolo. Diciamo che Federer ha segnato in parte il suo percorso formativo come ispirazione. Che dire era incredulo e tanto felice e io con lui».

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