Pesaro

Liberazione di Pesaro, il sindaco Ricci: «I valori della democrazia stridono con chi parla di dittatura sanitaria»

Celebrato il 77° anniversario. Il primo cittadino ha richiamato alla libertà e criticato chi «insulta coloro che si sono battuti contro la vera dittatura»

Le celebrazioni per il 77° anniversario della liberazione di Pesaro

PESARO – Le celebrazioni della liberazione nazifascista di Pesaro, valori da rinnovare. Nel giorno del 77esimo anniversario dalla Liberazione di Pesaro, il pensiero del sindaco Ricci va a chi «ci ha consentito di crescere e vivere in libertà. La nostra gente è stata forgiata da quanto successo, non è un caso che nel nostro territorio i valori della Resistenza hanno contraddistinto la storia democratica della nostra provincia».

Un valore «che ogni anno va rinnovato attraverso la memoria. Un lavoro che ANPI porta avanti, anno dopo anno, raccontando storie che per anni sono rimaste nascoste». Durante la cerimonia del 2 settembre, il sindaco ha poi ricordato come Pesaro sia stata una delle città più colpite durante la Seconda Guerra Mondiale, «L’80% del territorio è stato bombardato: il risultato è stato un deserto di macerie dalle quali ricostruire». Una storia molto attuale, «gli avvenimenti internazionali degli ultimi giorni ci dimostrano che le forze alleate, da sole, non bastano. Occorre anche una forte consapevolezza della popolazione e una cultura radicata della Resistenza, come hanno fatto i Partigiani: il loro contributo è stato fondamentale». 

Le celebrazioni per il 77° anniversario della liberazione

Il pensiero va a ciò che sta succedendo in Afghanistan, «Non possiamo lasciare da solo quel popolo e quelle persone che hanno collaborato per provare ad aprire una nuova pagina in quel paese. Oggi l’accoglienza è un dovere per l’Occidente e per l’Italia. È un dovere nei confronti di quei popoli e dei militari che sono morti per garantire democrazia e diritti». Non solo, «Oggi i valori della democrazia e della libertà stridono con alcuni slogan che sentiamo in questi giorni in piazze per fortuna sempre più vuote. Brividi e rabbia quando sento parlare di “dittatura sanitaria”, significa insultare coloro che si sono battuti contro la vera dittatura. In questa pandemia sono stati presi provvedimenti in maniera democratica, da istituzioni elette dai cittadini. Paragonare lo sterminio di popoli con l’esigenza di sconfiggere un virus è vergognoso nei confronti di chi ha combattuto per la libertà e per l’uguaglianza: valori che vanno difesi e rinnovati quotidianamente. Bisogna avere più rispetto per queste parole. Viva la nostra bella Pesaro liberata».

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