Pesaro

La lettera degli ex sindaci del Gruppo 93 a Draghi: «I territori siano protagonisti della ripresa sostenibile»

Tra i firmatari c'è anche l'ex primo cittadino di Pesaro Oriano Giovanelli assieme a Cofferati e Pisapia: «Innovare e ridurre le diseguaglianze»

Oriano Giovanelli, ex sindaco di Pesaro

PESARO – La lettera di 93 ex sindaci a Mario Draghi per chiedere un cambio di passo.

Tra gli ex primi cittadini anche quello di Pesaro Oriano Giovanelli, quello di Bologna Sergio Cofferati e Giuliano Pisapia di Milano.

Scrivono: «Siamo primi a essere consapevoli dello sforzo che le istituzioni ad ogni livello stanno facendo per affrontare la più grave crisi sanitaria, economia e sociale che ci sia stata in Italia dal secondo dopoguerra. A un anno dall’inizio della pandemia, siamo tuttavia alla vigilia di un evento storico. L’Unione Europea ha finalmente adottato una linea di ripresa per tutti i Paesi membri fatta di indirizzi condivisi e di risorse per investimenti paragonabili solo a quelle del cosiddetto “Piano Marshall”. Il Governo italiano sta elaborando in coerenza con il Recovery Plan e il Next Generation EU un suo proprio documento programmatico (PNRR) per dare applicazione coerente agli indirizzi europei».

Quello che chiedono i sindaci è che il rilancio del Paese vada verso «una logica di innovazione, di sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) e di riduzione delle diseguaglianze. Il timore è che la filiera della “Governance istituzionale” italiana non sia all’altezza della condivisione e coesione richieste per una scrittura e un’applicazione coerente ed efficace del PNRR. Troppe volte abbiamo visto i Comuni che non si confrontano fra loro, le Regioni che non dialogano con le Città Metropolitane e che ad ogni occasione (spesso fittizia) si distinguono dalle indicazioni del Governo Nazionale.
Proprio per questo pensiamo che l’applicazione del PNRR sia l’occasione non perdibile per rendere più efficiente la governance amministrativo-istituzionale del Paese: da Roma fino a tutte le città, i paesi, i territori che, con le persone che li abitano, devono diventare i veri protagonisti della ripresa e della resilienza. Chi altrimenti?».

Ecco cosa propongono i sindaci. «I territori italiani saranno o non saranno i veri protagonisti di una ripresa sostenibile del Paese. Nello stesso tempo, è difficile e sbagliato pensare che, senza una cabina di regia unica e nazionale, si possa garantire la necessaria coerenza realizzativa. Questa “partecipazione” deve coinvolgere le Regioni. Noi riteniamo che nella presentazione dei progetti sia necessario e doveroso (anche costituzionalmente) responsabilizzare i Sindaci che sono di fatto i portavoce dei bisogni delle loro comunità e i registi delle risposte che vengono fornite dall’amministrazione pubblica ai cittadini. Siamo consapevoli dei rischi di infiltrazione malavitosa che la sussidiarietà può comportare, non solo nel Mezzogiorno. Ma senza questo allentamento del controllo ex ante, bilanciato da maggiori responsabilità penali ex post, riteniamo sia impossibile, fuori dal settore delle grandi opere pubbliche nazionali, estendere ai territori l’innovazione dei servizi, la transizione ecologica  e la crescita economica sostenibile che l’Europa ci chiede».

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