Pesaro

LeiLa Stars, la drag queen che accende Urbino: «Di giorno sono uno studente, di notte ballo sui tacchi»

Leo Zani, 22 anni, fece una breve apparizione televisiva anche a "Pomeriggio 5" da Barbara D'Urso: «Voglio trasmettere messaggi a cui tengo: aggregare gente, trasmettere emozioni, far stare bene il pubblico»

LeiLa Stars
LeiLa Stars

URBINO – Si chiama Leo Zani, ha 22 anni e studia Scienze della nutrizione all’università di Urbino. Originario di Cesena, Leo in ambito artistico è una drag queen. Conosciuta come LeiLa Stars, domani (2 novembre) si esibirà all’Enjoy Disco Club di Urbino. Dopo essere stato ospite a Pomeriggio 5, l’anno scorso, quando ancora era condotto da Barbara D’Urso, è diventato sempre più apprezzato in Romagna, ma anche nelle Marche.

«Tutto è iniziato nel 2018, dopo il mio coming out. Nel marzo 2019, ho iniziato a frequentare alcuni locali della riviera e mi sono letteralmente innamorato delle esibizioni delle drag queen. Mi davano davvero tanta carica, mi regalavano energia e divertimento», spiega il 22enne.

Così ha iniziato a prendere confidenza con questo mondo: «Ho iniziato ad avvicinare gli artisti e poi ho conosciuto alcuni direttori artistici che mi hanno consentito di inseguire questo mio sogno». Dopo una parentesi di studio alla Drag Queen Academy di Bologna, Leo comincia a salire sui palcoscenici dei vari locali.

«Perché ho deciso di esibirmi? Beh, perché ho capito di essere a mio agio facendo questo tipo di spettacoli. Indossare i tacchi e ballare poteva essere una mia forma, una parte di me e io mi sentivo bene a stare sul palco con i tacchi, ero me stesso – dice –. Avevo il bisogno di un sano esibizionismo, di un sano egocentrismo funzionale alla mia presa di sicurezza».

All’inizio, infatti, LeiLa Stars era «molto insicura, ma anche tanto autocritica. Sa, forse in quegli anni ero pure po’ immaturo a livello artistico e incompleto. Adesso ho acquisito consapevolezza e padronanza di me, è stato un bene che abbia iniziato questo genere di spettacoli».

Certo, al debutto «non è stato facile, la gente magari era scettica, non mi seguiva più di tanto e c’era ovviamente chi non ti prendeva sul serio. Io, dal canto mio, ho sempre avuto una visione seria e professionale di questi spettacoli. Voglio trasmettere messaggi a cui io tengo: aggregare gente, trasmettere emozioni, far stare bene il pubblico. E poi sotto il palco si ritrova gente di ogni estrazione e provenienza, ci si incontra, ci si conosce e si capisce che in fondo siamo tutti uguali».

Domani il via all’evento che gli organizzatori sperano diventi itinerante: «Si chiamerà ˊNiosˊ (Night of Stars) e l’evento itinerante che vorremmo portare in giro per l’Italia sarà il ˊQueer Roomˊ, un evento friendly, inclusivo, rivolto anzitutto agli studenti ma non solo». Uno spettacolo iniziale di apertura dopo il quale ci sarà un ospite diverso (domani ci sarà ˊLa baby makyˊ). Dopo show spettacolari di LeiLa (e dell’ospite), musica ininterrotta fino alle 5.

Il tutto sarà accompagnato da piccoli format interattivi che coinvolgeranno il pubblico. Insomma, sarà anche grazie a LeiLa se Urbino potrà rivivere un’atmosfera di festa. Zani, già vocalist e performer in altre discoteche, ama dedicarsi a cene spettacolo in pub, ristobar, club, dove – dalla seconda parte della cena – si dà spazio al cabaret e all’improvvisazione. I miei sono sempre stati abbastanza aperti, come mentalità». Quando l’ho detto a mio padre, ex dj, lui ha risposto: “Me l’aspettavo, se è quello che vuoi fare, va bene”. Qualche settimana dopo papà ha iniziato a dirmi: “Perché non iniziamo a fare qualcosa insieme?” Se abbia avuto momenti di sconforto? Sì e sono stati proprio i miei genitori a dirmi: “Non mollare, tieni duro e vai avanti”». Ma dell’esperienza con Barbara D’Urso, Zani non parla granché bene: «Non mi fecero quasi mai parlare».

Di episodi di bullismo, per fortuna, Leo non ne ha mai subìti: «Solo un paio di insulti ma durante litigate con persone violente e aggressive che non avevano altro modo per attaccarmi. Per quanto riguarda il drag – conclude – è capitato che persone, soprattutto uomini (ma anche ragazzi), si ritrovassero a una mia serata involontariamente e facevano sguardi risatine o battute tra di loro».

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