Pesaro

Pesaro Città dei Giovani 2022, la città incontra Raffaele Alberto Ventura: tema mercati globali e clima

L'assessore Morotti: «Un’occasione per riscoprire le coordinate del presente e maneggiare le sfide del futuro»

Cambiamenti Climatici

PESARO – Cambiamenti climatici e crisi del commercio globale. Questi i temi dell’incontro: “Classe disagiata, crisi delle competenze e politicamente corretto: un dialogo sulla modernità con Raffaele Alberto Ventura” in programma lunedì 29 agosto, alle 18:30, al Gra’ di via Rossini 24, promosso da Pesaro, “Città Italiana dei Giovani 2022” e organizzato da Sistema Critico e Periferica, in collaborazione con Gra’ e Pindaro. 

«Un’occasione non solo per riscoprire le coordinate del nostro presente, ma anche per maneggiare le sfide del futuro» spiega Heidi Morotti, assessora alla Sostenibilità e alla Coesione nel presentare l’appuntamento utile per «analizzare i fenomeni in atto, la cui comprensione mai è stata così complessa».  

A dare supporto sarà Raffaele Alberto Ventura. Nato a Milano nel 1983, RAV, filosofo e saggista, collabora con Domani e con la rivista francese Esprit ed è stato autore per Minimum Fax de “Teoria della classe disagiata”, «spaccato di quella classe di giovani istruiti alla quale tanti dei Millennials e Gen Z appartengono. Una generazione che fatica a collocarsi in un mercato che richiede sempre più investimenti in capitale simbolico a fronte di rendimenti decrescenti, in una lotta per il successo altamente competitiva che manda pochi avanti e lascia tanti indietro» spiegano gli organizzatori.  

«Stretti tra il cambiamento climatico e la crisi dei commerci globali, lo scoppio di guerre e la diffusione di pandemie – aggiungono i giovani delle associazioni organizzatrici -, avvertiamo un senso di costante precarietà e, parallelamente, una difficoltà nel trovare le chiavi interpretative del mondo. La sensazione è quella di assistere al disfacimento di un sistema che sembra non aver mantenuto le promesse fatte all’alba del crollo dei regimi socialisti, quando Francis Fukuyama teorizzò la fine della Storia e l’impossibilità di immaginare qualcosa al di là delle liberal-democrazie occidentali».

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