Pesaro

L’imprenditore pesarese Antonelli: «Il 90% della produzione destinato alla Russia, la guerra ci mette in ginocchio»

Le sanzioni alla Russia hanno forti ripercussioni sul tessile-abbigliamento. Bordoni della Cna: «Situazione che impone misure straordinarie e strutturali»

PESARO – La crisi causata in questi anni dal Covid rischia di essere derubricata ad un ”assaggio” di quel che si sta  materializzando drammaticamente in questi giorni per il settore del tessile-abbigliamento.

Sono fosche le previsioni della Cna di Pesaro e Urbino per un comparto che rischia di finire letteralmente in ginocchio a causa degli effetti causati dal conflitto tra Russia e Ucraina.

«Non parliamo solo della calzatura nel sud delle Marche. Ci sono realtà anche nella nostra provincia – afferma il segretario della Cna di Pesaro e Urbino, Moreno Bordoni – che ha a causa della guerra in atto stanno avendo ripercussioni pesantissime sia per il blocco delle esportazioni verso i paesi interessati dal conflitto ma anche a causa del sistema di sanzioni applicate verso Russia e Bielorussia».

Una testimonianza diretta arriva dal titolare della ditta di maglieria Creazioni Antonella, sessant’anni anni di storia e 30 dipendenti prima della pandemia (ora sono 25), con sede a Villa Fastiggi e associata alla Cna.

«Lavoriamo da tanti anni con quella parte d’Europa ed oltre il 90% della nostra produzione è proprio verso Russia e in piccola parte in Ucraina ma ora – dice Antonello Antonelli – è tutto bloccato da questa maledetta guerra. È una situazione difficilissima visto che la quasi totalità dei nostri capi è destinata a clienti di quei Paesi. Sono 25 anni che lavoriamo con i russi; da quando venivano qui direttamente da Rimini dove facevano la spola con i voli charter per acquistare i nostri capi. Per l’accuratezza e la qualità delle nostre lavorazioni, è stato sempre uno sbocco commerciale importantissimo anche se in questi ultimi anni c’è stata una leggera flessione nelle vendite ed è per questo che abbiamo cercato di integrare con altri mercati di riferimento orientandoci verso i Paesi arabi e Dubai in particolare ma anche verso il Kazakistan. Abbiamo aperto anche due showroom di cui uno a Parigi, ma la Russia in particolare è da sempre il nostro mercato di riferimento».

Purtroppo il perdurare del conflitto, l’escalation dello scontro e il conseguente inasprimento delle sanzioni non lasciano intravedere una soluzione a breve.

«Ed è proprio questo – aggiunge Antonelli – quel che ci preoccupa di più. Il perdurare di un blocco che rischia di mettere in ginocchio non solo noi ma un intero settore; quello della moda, del tessile, della calzatura degli accessori che verso la Russia lavora tantissimo».

«Una situazione – aggiunge Moreno Bordoni – che esige misure urgenti. Le aziende non hanno tempo e occorre sì trovare misure di aiuto straordinarie ma anche di più lungo respiro. Bene ha fatto la Regione Marche predisponendo 15 miliardi di euro di aiuto per le imprese colpite dalle conseguenze del conflitto. Ma non basta.

Per le prospettive che questa guerra impone – conclude il segretario della CNA – per i nuovi scenari che si disegneranno, per la nuova geografia economica e politica che si sta prefigurando, servono misure strutturali da parte del Governo che aiutino le nostre imprese, soprattutto nel medio e lungo termine, a investire e a trovare nuovi canali e mercati verso i quali esportare i propri prodotti».

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