Pesaro

Guardia medica e Usca nel territorio di Pesaro, Biancani e Vitri: «Compensi inadeguati, rischio depotenziamento»

I consiglieri Pd: «I pazienti Covid si rivolgeranno ai Pronto soccorso creando ulteriori emergenze»

Una USCA
Una unità Usca al lavoro

PESARO – Assistenza domiciliare e guarda medica, due nervi scoperti su cui interviene l’opposizione in consiglio regionale.

La consigliera regionale Pd Micaela Vitri interviene dopo l’allarme lanciato dal Dottor Gregorio Bucci del sindacato FIMMG che nei giorni scorsi ha denunciato il mancato versamento degli emolumenti integrativi dovuti da parte della Regione, a seguito dell’accordo raggiunto.

«Compensi umilianti e ritardi nei pagamenti dei medici di continuità assistenziale a cui si aggiunge la chiusura delle USCA (i medici a domicilio conosciuti in pandemia) e l’utilizzo del personale medico nelle UCA (unità di continuità assistenziale), che passeranno a contratti brevi e pagati 24 euro lordi l’ora, con il risultato di ulteriori abbandoni. Ecco perché l’assistenza domiciliare è fuori controllo e le poche guardie mediche disponibili potrebbero essere costrette a rinunciare all’incarico professionale».

L’Assessore Saltamartini ha risposto alla interrogazione orale urgente che gli emolumenti saranno accreditati nella busta paga di luglio. «Un impegno dovuto che arriva in grande ritardo, visto che i compensi stabiliti sono il frutto di una battaglia iniziata quindici mesi fa dalla sottoscritta e dal gruppo regionale del PD. Questo è un primo risultato che non risolve la grave situazione del servizio di guardia medica nella Provincia di Pesaro e Urbino che ha visto la chiusura e/o riduzione, da parte della Giunta Acquaroli, di ben 8 postazioni: Vallefoglia, Gabicce/Gradara, Cagli (turni ridotti), Mondavio, Fano (attiva solo nel fine settimana), Pesaro (attiva solo festivi e prefestivi), Mondolfo e Sant’Angelo in Vado. Sicuramente se la Giunta Acquaroli avesse ascoltato e si fosse attivata subito si sarebbero persi meno medici e la situazione oggi sarebbe stata meno drammatica per i cittadini e per gli operatori sanitari».

Anche il consigliere Pd Andrea Biancani commenta il caso: «Ad oggi, di fronte ad una curva dei contagi in crescita, non sappiamo quanti medici saranno disponibili a proseguire il servizio delle vecchie USCA, le unità speciali di continuità assistenziale cessate lo scorso 30 giugno che garantivano la presa in carico dei pazienti Covid a domicilio. Questo servizio sul territorio è fondamentale per evitare il collasso dei pronto soccorso e la diffusione del virus nelle strutture ospedaliere.

L’assessore ha ribadito che la Regione Marche recepisce semplicemente il decreto nazionale, con la possibilità per il personale delle USCA di continuare ad operare fino alla fine dell’anno con prestazioni di continuità assistenziale e un trattamento orario di circa 24 euro all’ora, quasi la metà rispetto ai precedenti 40 euro. E’ chiaro che queste condizioni penalizzanti, a parità di prestazione e di esposizione al contagio, non incentiva l’adesione dei medici, con il rischio di disperdere il patrimonio di esperienza e affidabilità raggiunto da queste unità, essenziali per fronteggiare le fasi più delicate della pandemia». 

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