Pesaro

Guardia medica a Montecchio, Gabicce e Gradara, la consigliera Vitri: «La Regione intervenga sui compensi»

Servizio sospeso e medici assenti. La consigliera regionale: «Nessuno vuole farlo per 23 euro l'ora. Saltamartini vago sull'interrogazione»

PESARO – Guardia medica a Gabicce, Gradara, Montecchio, fumata nera. La consigliera Pd Micaela Vitri accusa la Regione Marche.

«Nessun intervento della Regione per ripristinare i servizi di guardia medica. È preoccupante la risposta dell’assessore Saltamartini alla mia interrogazione in Consiglio Regionale, sulla soppressione dei servizi di continuità assistenziale emergenza- urgenza per tutto il mese di novembre nelle postazioni di Montecchio e Gabicce-Gradara, così come parzialmente a Cagli e a Mondavio, dove è garantito meno di un terzo dei turni.

Ho chiesto all’assessore quali misure misure adotterà e quando, per ripristinare definitivamente il servizio di guardia medica, ma la risposta è stata vaga e inesatta. L’aspetto più grave è che purtroppo la giunta regionale era da tempo al corrente della carenza di medici, segnalata persino a giugno dagli stessi camici bianchi e da alcune organizzazioni sindacali, con tanto di proposte per evitare le chiusure. Invece non solo non è stato fatto nulla, ma l’assessore ha persino mentito sulla motivazioni delle carenza di medici di guardia».

Al momento della chiusura delle postazioni di Vallefoglia e Gabicce, su un fabbisogno di 28 medici si può contare solamente sulla disponibilità di cinque. Vitri motiva così: «Sfido chiunque a mettersi nei panni di un medico di guardia, costretto a coprire il doppio dei turni, rimanendo quindi spesso solo di notte nello studio, esposto a stress e rischi solo per 23 euro lorde l’ora. Oltretutto molti professionisti non possono nemmeno accettare l’incarico per cause di incompatibilità, come i medici di base con più di 650 mutuati o over 70.

La Regione quindi avrebbe dovuto già da giugno attivarsi su più fronti, tra cui: ristori retribuiti con appositi accordi con l’ordine medici, come fatto da altre Regioni, ma anche deroghe alle incompatibilità di mandato ed eventuale rimodulazione degli orari.

Nulla di tutto ciò è stato fatto fino all’epilogo che ha visto i distretti sanitari costretti alla chiusura. Ora vorremmo sapere se dopo l’appello lanciato dall’Ordine dei medici al senso di responsabilità dei colleghi, e soprattutto finalmente l’offerta da parte dell’Area Vasta di un contributo aggiuntivo per ogni turno coperto (dagli 80 ai 100 euro), quanti dottori hanno offerto la propria disponibilità? Dove, come e da quando saranno impiegati? A questo ieri l’assessore regionale avrebbe dovuto rispondere chiaramente, ma ancora la giunta Acquaroli continua a fare solo spot senza risolvere  un problema».

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