Pesaro

Gnudi, primario del pronto soccorso di Pesaro: «Un errore sfogarmi su Facebook, ma non rinnego il contenuto»

Il medico torna sul post: «Non posso empatizzare con l'ubriaco che investe una scolaresca, nè con il no vax che contagia persone fragili»

Il pronto soccorso di Pesaro
Il pronto soccorso di Pesaro

PESARO – Il primario del pronto soccorso di Pesaro si affida a un nuovo post su Facebook per commentare quanto detto un paio di giorni prima. Il suo post ha fatto il giro d’Italia. «All’ennesimo caso di no vax positivo ho perso la pazienza! Non voglio più avere a che fare con voi! Sappiate che vi disprezzo, e non è questione di libertà di pensiero, ma di rispetto per la comunità. Non ne avete, non ne meritate. Avrete le mie cure al meglio che posso, come sempre. Ma sappiate che mi fate schifo».

In risposta a un post di Andrea Scanzi, Gnudi ha scritto: «Visto il ruolo che ricopro al momento, ho sbagliato a sfogarmi su Facebook (arena di beceri scontri) e con toni crudi e sgradevoli. Ammetto il mio errore. Non rinnego il contenuto, ma devo qualificarlo: le mie invettive non erano per il non vaccinato tout court (conosco per esperienza i mille distinguo), ma per chi – per ignoranza, o peggio ancora per tornaconto – diffonde informazioni false, gettando nel caos le persone che non hanno gli strumenti critici intellettuali per farsi un’idea propria. La stretta al cuore che senti quando il paziente ti dice “non ho fatto il vaccino perché non ci ho capito niente” è terribile. È ovvio che curo chiunque al massimo delle mie capacità: il fumatore, l’alcolista, il no vax. Ma come non posso empatizzare con l’ubriaco che investe con l’auto una scolaresca, così non posso farlo col no vax che contagia persone fragili, magari cui il vaccino è impedito dalla condizione clinica. In questi venti mesi abbondanti ho visto troppa gente morire boccheggiando col terrore negli occhi. Sapere che c’è un modo per evitarlo, ma la gente lo rifiuta, è troppo da sopportare in silenzio. Sono un medico, un direttore di PS, ma in fondo sono solo un uomo».

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