Pesaro

Due giovani studenti pesaresi in Tanzania a sostegno degli orfani: «Manca tutto ma non la gioia di vivere»

Matteo Pierpaoli e Giovanni Badioli hanno deciso di dedicare la propria estate ad un progetto di volontariato nell'ospedale locale: «Manca tutto, aiutateci»

Matteo e Giovani con i bimbi dell'orfanotrofio di Arusha
Matteo e Giovani con i bimbi dell'orfanotrofio di Arusha

PESARO – Un filo invisibile lega Pesaro ad Arusha, piccola cittadina della Tanzania. Un legame creato da due giovanissimi studenti di Medicina che hanno deciso di dedicare la propria estate ad un progetto di volontariato nell’ospedale locale. Un viaggio il loro, di quelli che possono cambiare la vita. Sia la propria, sia quella delle persone che si incontrano sul proprio cammino. È la storia di Matteo Pierpaoli e Giovanni Badioli che hanno deciso di spendersi a favore dei più sfortunati investendo tempo, energie e lanciando una campagna di crowdfunding su Gofundme allo scopo di raccogliere fondi per cercare di assicurare un presente ed un futuro migliore ai bambini dell’orfonotrofio Evenerate di Arusha.

«Come forse alcuni sanno o avranno visto dalle storie Instagram, io e Giovanni, stiamo partecipando un mese ad un Medical Project in Tanzania, precisamente ad Arusha. Si tratta di un volontariato in ospedale, ma tocchiamo con mano anche il resto della realtà che c’è al di fuori. Una realtà difficile, lontana anni luce dalla sviluppata Italia, e con un gap veramente difficile da immaginare e accettare. In questi giorni abbiamo svolto volontariato anche in uno dei tanti orfanotrofi della città, l’Evenerate, e abbiamo giocato con i tanti bambini che si trovano li» racconta Matteo.

«Abbiamo trovato una realtà veramente difficile, bambini con una gioia di vivere disarmante, nonostante non abbiamo nulla e sia difficile immaginare per loro un futuro sereno. In questo orfanotrofio stanno costruendo (sempre dei volontari) un dormitorio per poter dare almeno un letto ad ogni bambino, pensate che al momento dormono in 8 letti a castello circa 30 bambini e bambine tra i 2 e i 10 anni. Purtroppo manca tutto, non hanno giochi, e i pochi che hanno sono tutti rotti; mancano penne per scrivere, libri, manca persino un pallone da calcio per giocare, in più, visto anche il periodo di crisi globale che c’è, non hanno neanche abbastanza cibo».

Un’esperienza così forte la loro che li ha spinti a mettersi in gioco per cercare di cambiare le sorti di chi ha avuto la sola colpa di nascere in una delle zone più povere del mondo: «Purtroppo manca tutto, non hanno giochi, e i pochi che hanno sono tutti rotti; mancano penne per scrivere, libri, manca persino un pallone da calcio per giocare, in più, visto anche il periodo di crisi globale che c’è, non hanno neanche abbastanza cibo. Per questo abbiamo deciso di iniziare questa raccolta fondi, per poter raccogliere dei soldi per acquistare beni essenziali per questi bambini (cibo, materiale scolastico, giochi), in modo tale che possano, nella comunque difficile realtà, vivere un po’ meglio. Quindi a chi volesse aiutarci a dare una mano a questa comunità, essendo noi qua ancora per 3 settimane, anche solo con un piccolo contributo, saremo grati. Con i soldi raccolti acquisteremo personalmente qua le cose che servono con più urgenza».

Un impegno che non si ferma alla campagna lanciata via web che in pochi giorni ha raccolta già quasi 6mila euro: «A Pesaro raccoglieremo beni di prima necessità, come i vestiti, cibo a lunga scadenza, come riso o cibo in scatola, giocattoli di piccole dimensioni, libri da colorare; la raccolta avverà entro i primi giorni di settembre, in modo tale da poter poi spedire tutto. Stiamo ancora organizzando la raccolta fisica, per chi fosse interessato, ci contatti per essere aggiornati sulla data e il luogo in cui avverrà la raccolta a Pesaro».

I due giovanissimi pesaresi concludono con un ringraziamento: «Grazie mille a chi, anche con un piccolo contributo, ci aiuterà a dare una mano a questa realtà! Più riusciremo ad acquistare direttamente qua in loco, meglio sarà, perché la spedizione dall’Italia purtroppo avrà costi alti e limiti di quantità da poter spedire ed in oltre grazie al cambio favorevole con la stessa cifra riusciremo qua ad acquistare più beni rispetto all’Italia: così riusciremo ad aiutare più orfanotrofi».

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