Pesaro

Coronavirus e gestione case di riposo, il Comune di Pesaro: «Nessun ritardo, tamponi e visite contingentate»

L'assessore Mengucci replica al centrodestra: «Tutti i provvedimenti sono rinvenibili nelle disposizioni emanate dai responsabili. Massima trasparenza ed efficacia»

PESARO – Il centrodestra chiedeva spiegazioni rispetto a quanto dichiarato dal presidente delle Regione Marche, Luca Ceriscioli, in merito alle case di riposo. In particolare sullo svolgimento di alcune feste di Carnevale.

Non tarda la replica dell’amministrazione comunale di Pesaro, sulla gestione dell’emergenza Coronavirus all’interno delle case di riposo di Pesaro.

«Le strutture per anziani hanno agito sempre nel rispetto delle regole, in maniera egregia e professionale, mettendo in atto tutto ciò che era possibile fare con le forze disponibili, senza ritardi e senza sottovalutare la situazione – spiega l’assessore Sara Mengucci -. Dal primo fatto concreto, che può essere ricondotto alla certezza che almeno un caso di Covid era presente nelle strutture, l’azione organizzativa si è messa in moto per prevenire l’espandersi dei contagi e fronteggiare la situazione di emergenza sanitaria. Tutto quanto è rinvenibile nelle disposizioni emanate dai responsabili, rispetto alla chiusura delle strutture nei confronti di visitatori e familiari: come nella interruzione di tutte le attività di animazione aperte all’esterno, come nell’utilizzo immediato di tutti i dispositivi di protezione individuale, reso evidente nelle note inviate al Distretto Asur, già dalla metà del mese di febbraio, al fine di gestire al meglio l’organizzazione e l’assistenza socio-sanitaria. Ricordiamo, che le prime disposizioni emanate dai responsabili sono datate 26 febbraio e le successive sono andate di pari passo con le note regionali e governative, in coerenza col mutare della situazione di emergenza generale».

L’assessore con delega alle politiche per gli anziani precisa ancora che: «non ci sono stati ritardi, anzi tutto è stato eseguito con assoluta tempestività. Come da prassi, sono stati effettuati tamponi alle persone sintomatiche (ospiti e operatori sanitari, ndr). Abbiamo eseguito tutto nella massima trasparenza, seguendo i protocolli dell’Asur, per garantire la sicurezza dei pazienti e del personale».

Casa Aura è stata la prima struttura dove si sono registrati i contagi: il 10 marzo sono stati inviati al PS due ospiti con sintomatologia respiratoria e il 12 marzo Casa Aura è stata informata che erano positivi entrambi al Covid. Nella stessa giornata sono state inviate all’Asur le richieste di tampone per gli ospiti che presentavano sintomatologia di tipo influenzale, e l’Asur il 14 mattina si è recata ad effettuare i tamponi.

«Contestualmente abbiamo richiesto di effettuare il tampone a tutto il personale presente. Nell’impossibilità di effettuare tamponi su tutti i presenti, sia ospiti che operatori, si è proceduto inoltrando richiesta di tampone a ogni esordio di sintomatologia sospetta. Sempre nella stessa giornata del 12 marzo sono state attivate le procedure di isolamento, in stanza singola o aggregando nelle medesime stanze ospiti confermati Covid. In ogni nucleo sono state messe a disposizione stanze in cui isolare gli ospiti positivi e in altre stanze gli ospiti con sospetto di Covid. Inoltre tutti gli operatori sono stati dotati dei dispositivi di protezione individuale specifici per poter operare in sicurezza, ed è stata effettuata la sanificazione di tutta la struttura».

Il distanziamento sociale è invece è stato effettuato già dal 26 febbraio. Da quella data sono state sospese tutte le forme possibili di aggregazione come la celebrazione della messa, ogni tipo di festa come il compleanno, le attività di animazione di gruppo. Gli ospiti sono restati nei nuclei di appartenenza ed è stata vietata ogni forma di mobilità interna. Sono state introdotte fasce orarie di visita per familiari e visitatori (9-13 e 15.30-19) e permesso l’ingresso di un familiare alla volta. In data 4 marzo, con la 2° disposizione di servizio, sono state ulteriormente ridotte le fasce orarie di visita agli orari 11-13 e 17.30-19 e il giorno successivo, il 5 marzo, è stata emessa la terza disposizione di servizio che vieta completamente l’accesso di familiari e visitatori. Da quel momento in poi tutti i gestori si sono attivati per mantenere vivo il collegamento con i familiari attraverso le videochiamate.

«Ricordo – conclude l’assessore Mengucci – che in queste settimane sono state fatte due riunioni tramite videoconferenza, dove ho provveduto personalmente ad aggiornare i consiglieri sulle situazioni della casa di riposo».

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