Pesaro

Fita Cna: «Disdette fino all’80%, in crisi il settore dei Trasporti, un terzo delle imprese rischia la chiusura»

Sono 229 le aziende attive nelle Marche che occupano 2000 lavoratori. Le disdette arrivano fino all'80%. L'allarme per la provincia di Pesaro e Urbino e la richiesta di trovare soluzioni capaci di contenere le principali voci di costo

Autobus, trasporto scolastico, trasporto pubblico locale
Autobus (foto di repertorio)

PESARO – Ci sono 229 imprese attive nei trasporti e occupano 2000 lavoratori nelle Marche. Per la Fita Cna il rischio è che il comparto del trasporto persone in provincia di Pesaro e Urbino possa perdere almeno un terzo delle imprese in autunno.

«Non viaggia più nessuno – dice il responsabile di settore Riccardo Battisti – nei servizi pesaresi di trasporto persone (taxi, noleggio con conducente, bus), le disdette arrivano fino all’80%. I servizi di trasporto scolastico sospesi da mesi a causa della chiusura delle scuole. Niente gite didattiche e viaggi d’istruzioni che, per le imprese del settore trasporto persone, rappresentavano dal 20% al 40% del fatturato. In difficoltà anche il trasporto merci, con una minore movimentazione dei container del 30% a causa della contrazione dell’import dall’oriente e dell’export verso gli altri Paesi europei. La drammatica contrazione della domanda – afferma Battisti – ha generato per queste imprese difficoltà nei pagamenti di gasolio, forniture di gomme, assicurazioni, manutenzione e, soprattutto, i contratti di leasing del parco auto».

Nel trasporto persone, le imprese pesaresi sono 81 con 482 addetti. Di questi i taxi sono 32 e le autovetture di noleggio con conducente 66. Meno drammatica ma sempre pesante la situazione nel trasporto merci dove il 64,1% delle imprese ha subito le conseguenze dell’epidemia e il 77,8% è pessimista per i prossimi mesi. A prevedere una riduzione dei ricavi superiore al 25% è il 14,5% delle imprese mentre il 20,5% ipotizza un calo tra il 15% e il 20%. L’11,1% pensa a un calo del fatturato inferiore al 5% e per il 13,7% il fatturato rimarrà stabile.

Cna Fita pur comprendendo il forte stato di disagio delle imprese ha deciso di non aderire a nessuna forma di protesta, almeno in questa fase. «Attraverso l’interlocuzione a tutti i livelli con le istituzioni ci auguriamo che le nostre proposte vengano accolte nella fase di conversione e di emanazione dei prossimi provvedimenti. La forte richiesta di Cna Fita prevede la necessità di trovare soluzioni capaci di contenere le principali voci di costo e al tempo stesso lavorare su interventi in grado di stimolare una nuova domanda di trasporto, con forme di integrazione al Trasporto Pubblico Locale, e di aprire nuovi segmenti di mercato, come i servizi dedicati nell’ambito socio-sanitario, stanziando risorse specifiche e rafforzando le misure di sostegno in termini di ristoro a fondo perduto».

«A livello regionale ringraziamo il consigliere Biancani – chiude il responsabile Cna Fita Marche Riccardo Battisti  – per aver recepito le nostre richieste e per aver capito che sono vitali per la sopravvivenza delle 229 imprese del settore con oltre 2 mila addetti, tra quelle con autobus, i taxisti e il noleggio con conducente. Con un calo delle attività del 90 per cento dagli inizi di marzo, senza aiuti molte di loro sarebbero costrette a cessare l’attività. A tal riguardo sembra che la Regione, che ha già fatto sapere di non poter far nulla per cercare di annullare i bolli per quest’anno, stia cercando comunque di reperire risorse straordinarie da destinare al settore».

Cna Fita Marche chiede comunque alla Regione di affiancare il trasporto pubblico locale con autobus, NCC (Noleggio con conducente) e taxi privati, per coprire tratte di minor traffico, per integrare il servizio sulle tratte a più alta densità di viaggiatori e per istituire nuovi servizi a chiamata per i centri più piccoli e per gestire nuove linee ed orari per la gestione degli ingressi nelle scuole e nelle aziende. Inoltre auspica la destinazione di quota parte dei servizi di trasporto sociosanitario, pari al 40 per cento, alle imprese di trasporto private.

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