Pesaro

Ferrovia Fano-Urbino, lo studio di fattibilità è fermo da maggio 2021

Il consigliere Biancani interroga la Giunta: «Nel frattempo la Regione ha cestinato il progetto della ciclabile lungo i binari»

La ferrovia Fano-Urbino

PESARO – Ferrovia Fano-Urbino, di nuovo su un binario morto.

Il Vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Biancani interroga la Giunta regionale sulla linea ferroviaria Fano-Urbino. In un atto ispettivo, sottoscritto anche dalla consigliera Micaela Vitri e da tutto il gruppo del Pd, ricostruisce la vicenda dal 1987 ad oggi, sollevando quesiti sui ritardi e sui costi lievitati degli ultimi due anni.

«Si è concluso lo studio di fattibilità sul ripristino del treno? Quali sono gli esiti? La Regione ha previsto nel bilancio risorse per riattivare la ferrovia? Nell’ultimo ennesimo annuncio, la consegna del nuovo studio di fattibilità tecnico economica, commissionato ad Rfi, era stata assicurata entro maggio 2021, ma ad oggi – evidenzia Biancani – dopo un anno e mezzo, ancora non si sa nulla. L’unico studio disponibile sul ripristino resta quello del 2003 redatto dalla Svim su commissione della Regione, con un costo stimato per almeno 80 milioni, ai quali andavano aggiunti la gestione, l’adattamento delle strade, gli espropri, i sovrappassi e molte altre voci che lo avrebbero fatto almeno raddoppiare».

Dopo venti anni ormai c’è un ulteriore degrado dell’infrastruttura e un aumento dei prezzi per la posa in opera. «Eppure quel tanto sbandierato studio di fattibilità, costato 1 milione di euro di fondi statali, è stato usato in campagna elettorale come leva per scardinare il precedente progetto di ciclabile lungo il vecchio tracciato, dentro l’attuale proprietà di Rfi. La Regione ha deciso di cancellare quell’idea che avevo seguito personalmente nella precedente legislatura – ricorda il Vicepresidente – Un tracciato sicuro, dal costo ridotto, che necessitava di pochi espropri, senza togliere porzioni di proprietà ai privati. Ma soprattutto, dopo 35 anni di abbandono e false promesse, eravamo arrivati a un passo dalla svolta con un progetto sostenibile e di vera riqualificazione ambientale, una pista ciclo-pedonale compatibile con l’attivazione di un mezzo di trasporto (navetta), anche elettrico, in grado di collegare Fano con il centro di Urbino, che avrebbe ridato vita ad una infrastruttura dimenticata.

Il rischio è ritrovarsi un’infrastruttura ferroviaria, lunga circa 50 chilometri e larga 10 metri, inutilizzata sia per il treno che per la ciclabile per i prossimi decenni».

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