Pesaro

Ferrovia Fano-Urbino, dopo 4 anni lo studio di fattibilità per il ripristino non è ancora pronto

L'assessore Baldelli ha parlato di una visione complessiva da Fano a Civitanova. Il consigliere Biancani: «Non sono previste risorse per il ripristino»

La ferrovia Fano-Urbino

PESARO – Ferrovia Fano-Urbino, eppur si muove. L’assessore regionale Baldelli in consiglio Regionale ha risposto alle interrogazioni di Biancani e Serfilippi sul ripristino della vecchia tratta dismessa. La visione è molto ampia. Il Ministero ha presentato una sintesi di uno studio di fattibilità ancora in corso e ha inserito inserito l’anello ferroviario Fano Urbino tra le tratte per il ripristino non solo turistico ma anche commerciale. Lo studio prevede soluzioni alternative per risolvere tutte le interferenze, sia stradali sia urbane.

Una linea ferroviaria per una visione complessiva da Fano a Civitanova Marche (passando per Pergola, Sassoferrato e Fabriano) e un efficace collegamento con Roma intersecando la linea ferroviaria che parte da Ancona. Baldelli ha detto: «Occorre una visione complessiva di tutta la nostra regione, anche se realizzata a stralci. Non possiamo avere progettazioni parziali perché la progettazione deve prevedere una parificazione del traffico in tutte le Marche».

Il vicepresidente del consiglio regionale Andrea Biancani (Pd), ha espresso dubbi.

«La risposta in Aula dell’assessore non fa che confermare l’assenza di un nuovo studio di fattibilità e l’assenza di risorse per il ripristino». È la conclusione del consigliere. «I risultati del nuovo studio di fattibilità tecnico economica, commissionato nel 2019 dal Ministero ad Rfi, erano stati più volte annunciati, fino alla consegna ultima prevista nel maggio 2021 – ricorda Biancani – In realtà, come emerso dalla risposta, dopo quasi 4 anni lo studio non è ancora pronto, né ci sono date certe sulla disponibilità. Questo studio è costato al Ministero 1 milione di euro, al quale si è aggiunto un ulteriore investimento della Regione di 350mila euro per chiedere ad Rfi una verifica sul ripristino del traffico commerciale, oltre che quello turistico. Anche questa risposta, prevista entro giugno 2022, non è stata ancora fornita e aggiungo che la stessa immobilità si registra sul fronte delle risorse per l’eventuale riattivazione».

Nel contratto di programma 2022-2026 tra Ministero e Rete ferrovie Italia non sono infatti previsti fondi per la Fano-Urbino, così come non ci sono impegni nel bilancio regionale. Le uniche cifre citate dalla Regione sono di nuovo quelle destinate agli studi di fattibilità per la Fano-Urbino e per la Pergola-Fabriano. Nel frattempo la nuova Giunta ha cestinato il progetto della ciclabile lungo i binari, investendo in un tracciato più impattante e costoso.

«Il precedente progetto – ribadisce Biancani – aveva un costo ridotto e necessitava di pochi espropri, senza togliere porzioni di proprietà ai privati. Eravamo arrivati ad un passo dalla svolta con un’idea sostenibile e di vera riqualificazione ambientale, una pista ciclo-pedonale compatibile con l’attivazione di un eventuale treno turistico, o con un mezzo elettrico in grado di collegare Fano con la sua vallata, fino al centro di Urbino».

«Il rischio adesso – conclude il Vicepresidente – è ritrovarsi un’infrastruttura ferroviaria, lunga circa 50 chilometri e larga 8/10 metri, inutilizzata e abbandonata. Eppure basterebbe livellare con la ghiaia il tracciato, senza togliere i binari, per renderla in tempi brevi fruibile per turisti e cittadini. Resta la domanda legittima sulla ragione per cui a distanza di 4 anni Rete ferrovia Italia non abbia ancora portato a termine questi studi già finanziati da Ministero e Regione. Mi sorge il dubbio se i costi di riattivazione possano essere troppo elevati e se la stessa RFI non abbia alcun interesse alla riattivazione della linea ferroviaria».

L’interrogazione è stata sottoscritta anche dalla consigliera regionale Micaela Vitri e dal Gruppo Pd.

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