Pesaro

Femminicidio a Fano, chi era Anastasia Alashiri. L’ex marito ad indicare dove si trovava il corpo

La giovane, profuga ucraina, era giunta a Fano nel mese di marzo, fuggita da Kiev a seguito degli eventi bellici; alcuni giorni fa aveva denunciato le vessazioni a cui suo marito da tempo la sottoponeva.

Anastasia Alashiri

FANO – Emergono nuovi inquietanti dettagli sul femminicidio costato la vita a Anastasia Alashiri, 23enne ucraina trovata senza vita nella mattinata del 14 novembre in un’area rurale del Comune di Fano. Il tragico rinvenimento è stato fatto dai Carabinieri: a svelare dove si trovava il corpo senza vita della donna è stato l’ex marito fermato alla stazione di Bologna dove cercava verosimilmente di allontanarsi.

La donna, profuga ucraina, era giunta a Fano nel mese di marzo, fuggita da Kiev a seguito degli eventi bellici, unitamente al marito di origini egiziane, classe 1980, ed al figlio della coppia di 2 anni.

Il marito di Anastasia Alashiri alla stazione di Bologna

Negli ultimi mesi il rapporto tra la giovane ed il marito erano degenerati: Anastasia aveva manifestato la volontà di separarsi. La situazione è andata deteriorandosi sempre più, fino allo scorso 11 novembre, quando la giovane ragazza ha deciso di rivolgersi ai Carabinieri e denunciare le vessazioni a cui suo marito da tempo la sottoponeva.

Tale stato di cose aveva anche indotto la donna ad abbandonare l’abitazione e a rifugiarsi presso l’abitazione di un suo amico e collega di lavoro. Nella mattinata di ieri, Anastasia aveva deciso di ritornare a casa sua per prelevare degli effetti personali: qui aveva incontrato l’ex convivente con cui evidentemente si è innescato l’ennesimo, acceso e probabilmente ultimo diverbio. Da quel momento si sono perse le tracce della ragazza, al punto che il suo amico, preoccupato, ne aveva denunciato la scomparsa ai Carabinieri.

Immediatamente sono state avviate le attività di Polizia Giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Pesaro, che hanno visto impegnati i militari del Nucleo Investigativo di Pesaro-Urbino e della Compagnia di Fano e che hanno consentito di rintracciare il presunto responsabile delle condotte di maltrattamento presso la Stazione ferroviaria di Bologna, mentre verosimilmente tentava di allontanarsi dal territorio nazionale e di sottoporlo a fermo come indiziato del delitto per il reato di maltrattamenti in famiglia.

A seguito di tali eventi, l’indagato ha fornito elementi che hanno consentito il ritrovamento del cadavere in un’area rurale e di una borsa con degli indumenti da donna e due armi bianche che potrebbero avere attinenza con il delitto.
Alla luce dei nuovi elementi raccolti, la Procura della Repubblica di Pesaro ha emesso immediatamente decreto di fermo per il reato di omicidio che è stato notificato all’indagato presso il Comando Provinciale CC di Bologna e che è stato poi portato alla casa Circondariale di Bologna a disposizione del competente Giudice.

Posta sotto sequestro l’abitazione dell’indagato ed il veicolo in uso dove sono in corso ulteriori accertamenti di natura scientifica volti all’acquisizione di eventuali ulteriori elementi utili a ricostruire il grave fatto di sangue.

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