Pesaro

Farmaco sperimentale contro il Coronavirus. «Miglioramenti nelle prime 24 ore»

I medici di Marche Nord hanno utilizzato il medicinale anti-artrite su 11 pazienti. «Evidenti ricadute positive nei non intubati»

PESARO – Il farmaco anti-artite utilizzato per curare i malati di Coronavirus, sta dando risultati positivi. A dirlo i medici di Marche Nord. Miglioramenti evidenti in chi ha sintomatologie più lievi.

Al momento sono 11 i pazienti affetti da Covid-19 trattati nell’azienda ospedaliera Marche Nord, con il farmaco Tocilizumab, il farmaco per la cura dell’artrite.

«Abbiamo lavorato sin da subito per avere questo farmaco – spiega il Direttore della farmacia di Marche Nord Mauro Mancini –  e martedì i medici hanno provveduto a somministrarlo ai primi pazienti. Ad oggi, tra Pesaro e Fano, sono 11 i ricoverati con coronavirus a cui abbiamo iniziato la somministrazione. La Roche lo sta distribuendo gratuitamente, con i limiti legati alle grandi richieste che in questo momento ha la casa farmaceutica per questo farmaco. Siamo in contatto diretto con l’azienda e abbiamo già selezionato altri pazienti da trattare».

Una chat di esperti a livello nazionale coordina tutte le operazioni e Marche Nord è stata immediatamente in grado di reperire il farmaco. 

«Dalle prime somministrazioni – spiega il direttore del Dipartimento di emergenza urgenza di Marche Nord Michele Tempesta – nei pazienti già molto gravi, intubati e già in Rianimazione, a cui viene somministrato il farmaco, si registra un lieve miglioramento, mentre sono più evidenti le ricadute positive nei ricoverati non ancora intubati. Siamo ancora in una fase di sperimentazione e cautela».

Meglio invece per quanto riguarda la somministrazione ai casi meno gravi: «In questi degenti  – spiega il responsabile del pronto soccorso del Santa Croce di Fano Giancarlo Titolo – che clinicamente mostrano dei peggioramenti,  in particolare nella saturazione, su questi il 70-80% mostra miglioramenti evidenti già nelle prime 24 ore. Insomma possiamo dirci soddisfatti ma ancora continuiamo ad essere cauti fino a che non avremo evidenze scientifiche».

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