Pesaro

I fanesi sul vaccino anti Covid-19: il 39% dichiara che non lo farà

Dal sondaggio a cui hanno preso parte 582 utenti è emerso che solo il 52,2% degli abitanti della Città della Fortuna è favorevole. Ecco l'analisi

FANO – Dopo mesi di ricerche, alcune settimane fa, è arrivata la notizia più attesa dal mondo scientifico: il tanto agognato vaccino anti covid-19 sarebbe in dirittura di arrivo. Dopo gli annunci di Pfizer e Moderna sull’efficacia dei propri antidoti, si attende l’autorizzazione alla messa in commercio e la susseguente distribuzione delle prime dosi che potrebbero addirittura arrivare già a dicembre in Italia o più realisticamente nei primi mesi del 2021.

Eppure la notizia non sembra entusiasmare gli italiani, fanesi compresi: da un sondaggio condotto sui social network da CentroPagina a cui hanno preso parte 582 utenti è emerso che solo il 52,2% degli abitanti della Città della Fortuna sarebbe disponibile a farsi vaccinare.
Coloro che hanno dichiarato di non avere la benché minima intenzione di vaccinarsi sono il 39,7%. Gli indecisi ammontano a circa l’8%.

Sondaggio sul vaccino anti Covid
Sondaggio sul vaccino anti Covid

La crescente esitanza nei confronti del futuro vaccino ha diverse cause: la più menzionata dagli intervistati riguarda i timori sulla sua sicurezza correlati alle modalità rapide del suo sviluppo e test. Diversi intervistati dichiarano di temere che il vaccino contro il covid-19 potrebbe non essere testato in maniera adeguata. Al riguardo sicuramente non aiuta il diffondersi di fakenews e teorie “complottiste” secondo cui i vaccini sarebbero ‘una manovra di arricchimento delle case farmaceutiche’ o ancora ‘una mossa politica’. Il sondaggio condotto tra i fanesi mostra risultati in linea con quelli eseguiti su scala nazionale da società di ricerca quali Swg dove il 37% si è detto contrario a vaccinarsi.

Il dato sicuramente non fa dormire sonni tranquilli il governo che stima che, per avere una percentuale di immunizzazione necessaria a rallentare l’epidemia, il vaccino debba essere somministrato al 70% della popolazione.

A soffiare sul fuoco di dubbi e delle polemiche anche alcuni membri della comunità scientifica che sulla sicurezza del vaccino anti Covid-19 si sono espressi in maniera discordante. Tra questi, il virologo Andrea Crisanti che ha dichiarato: «Ribadisco che sulle basi delle conoscenze che abbiamo oggi non mi farei il vaccino. Se dovessero rendere pubblici i dati e la comunità scientifica ne validasse la bontà me lo farei, non ho alcun dubbio su questo». A lui ha risposto Nicola Magrini, presidente dell’Aifa, che aveva suggerito a Crisanti di chiedere scusa per le sue affermazioni. Lo stesso Magrini ha spiegato che il vaccino non sarà obbligatorio: l’obbligatorietà «va riservata solo ai casi estremi, come al personale sanitario e al personale delle Rsa, ma è un meccanismo che deve essere usato con molta cautela perché occorre stimolare invece la responsabilità e la fiducia individuale fornendo informazioni adeguate».

Molto più rassicuranti le parole di Guido Silvestri, virologo senigalliese di fama internazionale e docente alla Emory University di Atlanta: «Non abbiamo bisogno delle insinuazioni — scientificamente infondate ma capaci di creare confusione nel pubblico — secondo cui i vaccini sarebbero pericolosi perché non testati a sufficienza. A dire queste cretinate ci pensano già i no-vax e non è bello sentirle ripetere da colleghi da cui ci aspetteremmo ben altro. Come dicevamo stamane con Roberto, chiacchierando per email, i risultati dei vaccini sono semplicemente FAVOLOSI, e nessuno di noi l’avrebbe mai detto a marzo.– e conclude – E’ una impresa che altroché andare sulla Luna. Dobbiamo gioirne tutti insieme, e fare il possibile perché ci si vaccini tutti il più presto possibile. Poi, grazie alla scienza, torneremo a fare una vita normale».

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