Pesaro

Fano-Urbino, il M5S contro Seri e Pd: «Hanno rifiutato finanziamento della Regione per le ciclabili»

È questa l'accusa della consigliera regionale Ruggeri e il consigliere comunale Mazzanti: «Decisione gravissima di cui si dovrà rendere conto ai cittadini»

Il percorso della nuova Ciclovia Ex ferrovia Fano-Urbino
Il percorso della nuova Ciclovia Ex ferrovia Fano - Urbino

FANO – Futuro della ferrovia Fano-Urbino, i binari saranno preservati, ma è scontro politico sul piano delle ciclabili. Il consiglio comunale di Fano ha approvato un ordine del giorno della maggioranza per recuperare il progetto di Biancani e Ceriscioli sulla ciclabile Fano-Urbino.

L’opposizione ha compattamente votato contro, compresi i portavoce del Movimento 5 Stelle. «Per fortuna – commenta il capogruppo Tommaso Mazzanti – quel progetto è stato già accantonato dalla Regione, essendo bloccato dallo scorso marzo per una serie di pareri negativi del Ministero, con il rischio di perdere i fondi. Ben venga invece il nuovo tracciato che preserva il sedime ferroviario in vista dello studio sulla possibilità di un futuro ripristino e mette in sicurezza le risorse. Questa alternativa è stata presentata agli amministratori fanesi nei giorni scorsi, ma in consiglio l’assessora competente non ha voluto proferire parola sull’incontro. Lo crediamo bene! Ci risulta infatti che la Giunta Seri abbia rifiutato l’occasione ghiotta di far realizzare, a spese della Regione, una parte del piano degli itinerari ciclabili predisposto dal Comune di Fano nel 2017. Si tratta di una decisione gravissima e francamente incomprensibile di cui dovrà rendere conto ai cittadini».

Anche la capogruppo in consiglio regionale Marta Ruggeri stigmatizza la scelta dell’Amministrazione fanese. «È davvero stucchevole – afferma – che pur di portare avanti a tutti i costi una posizione ideologica, Seri e il PD impediscano ai fanesi di usufruire dei fondi messi a disposizione dalla Regione per garantire una mobilità sostenibile e ciclabile che colleghi finalmente i quartieri della città in sicurezza. Questo succede quando si prende come riferimento solo il criterio delle appartenenze partitiche e non la bontà delle soluzioni concrete a favore della collettività».

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