Pesaro

Fano, sport e inclusione: al via il progetto “L’Uno per l’Altro” per prevenire il disagio giovanile

Rugby, vela, canottaggio, attività all’aperto, ma anche uno sportello d’ascolto per tanti giovani del territorio dai 14 ai 34 anni

Progetto "L'uno per l'altro"
Progetto "L'uno per l'altro"

FANO – L’unione fa la forza. Lo sanno bene le diverse realtà fanesi – sportive e non solo – che insieme hanno vinto un bando ministeriale per regalare a tanti giovani dai 14 ai 34 anni del territorio, così come a tanti ragazzi fragili, una serie di opportunità aggregative e di crescita personale.

Rugby, vela, canottaggio, attività all’aperto, ma anche uno sportello d’ascolto e tante altre occasioni per giovani, persone disabili o in situazione di disagio: sono queste le macro-aree di ‘L’Uno per l’Altro’, il progetto presentato martedì mattina nella Sala della Concordia del municipio che Asi Pesaro Urbino ha promosso ed esteso a diverse società del territorio, con la collaborazione dell’Assessorato allo Sport del Comune di Fano e dell’Ambito Territoriale Sociale 6.

Il bando è stato proposto da ‘Sport e Salute’, ente ministeriale che ha messo a disposizione delle risorse per progetti come quello fanese – uno dei pochi ad aver vinto in tutta Italia – della durata di due anni e aperto a ragazzi dai 14 ai 34 anni, proponendo loro attività motorie ed extra-motorie in modo del tutto gratuito. L’ente capofila è Fano Rugby. Le altre realtà coinvolte – oltre la stessa Asi – sono Polis Coop Cooperativa sociale, Ethica Center, AGFI odv, La Macina cooperativa sociale, Rowing Club Adriatico, Club Nautico Fanese, Fondazione Caritas Fano, Associazione Genitori Sindrome di Williams e Associazione Il Ponte di Enrico. L’obiettivo raggiunto è stato quello di individuare spazi civici dove poter offrire ai ragazzi occasioni di crescita psicofisica, di incontro e di scambio, anche allo scopo di prevenire eventuali forme di disagio come isolamento sociale, bullismo, disturbi alimentari, ansia e depressione.

Diverse attività si svolgeranno al campo da rugby di via Tomassoni, dove si praticherà l’ormai consolidato ‘touch rugby’ – che al posto del classico placcaggio prevede un semplice tocco dell’avversario –, oltre al rugby integrato che coinvolge i ragazzi con disagio o disabilità insieme a dei facilitatori. Al Circolo Nautico si praticherà canottaggio nel periodo estivo, che si farà indoor durante il resto dell’anno nella palestra dell’Istituto Comprensivo Padalino. Non meno importante le attività di vela e di vela integrata, che unisce anche in questo caso disabili e normodotati.

Alle attività sportive e a quelle all’aperto si aggiungono proposte che si collocano al di fuori del movimento e dell’agonismo, ma ugualmente di grande valore sociale. Ne sono un esempio i cosiddetti laboratori ‘life skills’ gestiti da Polis Coop (che proporrà anche delle visite guidate alla Fano sotterranea), incentrati sulla gestione delle emozioni e sull’acquisizione di una maggiore consapevolezza di sé, anche sul fronte alimentare. Tra le proposte anche lo sportello d’ascolto (Ethica Center), i corsi di formazione (Asi), e il corner dello sportivo: grazie a Caritas si raccoglieranno indumenti e attrezzature per lo sport da redistribuire ai più bisognosi.

«È il risultato di una proficua collaborazione tra enti del terzo settore – ha commentato il presidente dell’ATS 6 Dimitri Tinti -, una grande opportunità per mettere insieme i temi dello sport e del sano agonismo con percorsi di inclusione, educativi e formativi. Offrire a tutti degli spazi civici in cui praticare queste attività significa anche lavorare per la prevenzione del disagio personale. Anche per questo ringrazio tutte le realtà coinvolte per il loro impegno e la loro lungimiranza».

«È anche così che la città diventa comunità – ha aggiunto l’assessora allo sport Barbara Brunori -, creando occasioni per consolidare la propria autonomia personale, oltre che per una maggiore inclusione sociale. Grazie a queste iniziative, poi, emergono tutte quelle società virtuose della nostra città, che attingono anche a delle risorse esterne pur di promuovere certe attività, che richiedono strutture e persone qualificate. Si tratta certamente di un modello da imitare». Brunori ha inoltre colto l’occasione per ricordare che il campo da rugby verrà riqualificato dai primi mesi del 2024.

Soddisfatta anche Francesca Petrini, presidente di Asi Pesaro Urbino. «Abbiamo fatto da trait d’union – ha spiegato -, e siamo orgogliosi di poter vedere tutte queste realtà collaborare insieme. Questa è inoltre un’opportunità anche per promuovere degli sport di certo non praticati da tutti, come il canottaggio e la vela, con il vantaggio della gratuità». Un concetto, questo, ribadito anche da Tim Cooper del Circolo Nautico.

Il presidente di Fano Rugby Giorgio Brunacci ha spiegato che l’intenzione è quella di avviare il tutto nel mese di ottobre. «Mancano le ultime pratiche da parte di Sport e Salute – ha detto -, poi potremo cominciare. Per quanto riguarda il touch rugby prevediamo di aprire le attività a 25-30 ragazzi tra i 14 e i 34 anni, mentre per quanto riguarda il rugby integrato possiamo accogliere fino a 10 giovani con disabilità. Ci si potrà iscrivere anche ad attività iniziate fino a esaurimento posti».

A chiarire quanto siano importanti certe iniziative ci ha pensato anche Andrea Romiti, presidente dell’Associazione Sindrome di Williams. «Si tratta – ha detto – di un’occasione in più che consente di far crescere non soltanto la persona disabile, ma anche tutto il contesto, a partire dalla sua famiglia e dai normodotati che collaborano». Di inclusione ha parlato anche Ilenia Maracci di Fondazione Caritas, che in progetti come questi vede un’opportunità per una progettazione più ampia capace di creare integrazione.

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