Pesaro

Fano, rifiuta la mascherina in classe: ragazzo sottoposto a Tso. Il sindaco: «No a strumentalizzazioni»

Dopo giorni di silenzio è intervenuto il primo cittadino Seri, ovvero colui che ha firmato l’autorizzazione al Trattamento sanitario obbligatorio. «Priorità è tutelare il ragazzo»

Massimo Seri
Massimo Seri

FANO – Non si placa il vento della polemica in merito alla vicenda dello studente delle superiori che, dopo aver rifiutato di indossare la mascherina, è stato portato e trattenuto dai sanitari del 118 a PsichiatriaL’episodio per la verità è stato l’epilogo di una protesta da parte del 18enne che perdurava già da giorni contro l’obbligo di indossare la mascherina e che aveva già costretto i docenti ad allontanarlo dall’aula e dai suoi compagni.

La vicenda è ben presto divenuta un fatto nazionale scatenando reazioni diverse sul web ma anche la presa di posizione di associazioni che notoriamente si battono per i diritti umani. Dopo giorni di silenzio, al riguardo è intervenuto il sindaco Massimo Seri, ovvero colui che ha firmato l’autorizzazione al trattamento sanitario obbligatorio.

Il primo cittadino, che sarebbe stato letteralmente travolto da messaggi e missive a firma anche di docenti e psicologi riguardo l’esagerazione del provvedimento che lambisce la libertà dell’individuo, ha voluto fare chiarezza: «La vicenda dello studente dell’Olivetti è una vicenda delicata che merita di essere affrontata, seguita e gestita nelle sedi più idonee con umanità e competenza. La cosa importante, in questo momento, è tutelare il ragazzo ed offrire alla famiglia ogni possibile supporto. Si deve impedire che lo stesso diventi oggetto di una violenta quanto insensata strumentalizzazione politica o ancora peggio di una interessata spettacolarizzazione mediatica. Questa storia non ha bisogno di clamore ma, al contrario, di riservatezza e serenità per permettere al giovane di tornare quanto prima alla vita di relazione e al futuro che gli spetta. Come amministrazione comunale garantiamo tutto il sostegno necessario al bene del ragazzo e alle esigenze della sua famiglia continuando a seguire l’evoluzione dei fatti con il massimo riserbo».

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