Pesaro

Anche a Fano si torna a scuola in presenza: «Garantiti mensa e trasporto»

La data fatidica è quella di mercoledì 7 aprile. L’amministrazione, nella nota inoltrata alle famiglie, ha voluto comunque ricordare l’importanza di non abbassare la guardia

banchi di scuola
Aula scolastica

FANO – Dopo il periodo in zona rossa, le scuole di ogni ordine grado si preparano a tornare in presenza. La data fatidica, tanto attesa dagli alunni e dai loro genitori, è quella di mercoledì 7 aprile; come previsto dal Decreto Legge 1 Aprile 2021, n.44 (articolo 2, primo comma) è previsto il ritorno di tutte le attività scolastiche in presenza.

Non fa eccezione Fano, dove l’assessorato ai Servizi Educativi ha voluto comunicare ufficialmente il ritorno in classe a tutte le famiglie dei bambini e delle bambine iscritti/e agli asili nido ed alle scuole dell’Infanzia comunali precisando che saranno inoltre garantiti sia il servizio di refezione sia il trasporto scuolabus.

L’amministrazione, nella nota inoltrata alle famiglie, ha voluto comunque ricordare l’importanza di non abbassare la guardia: «Si precisa altresì che continueranno ad essere adottate le modalità già in precedenza stabilite, ed in particolare: A) l’adesione al patto di corresponsabilità che prevede una rigorosa attenzione alla salute del bambino e al suo stato di benessere prima di partire da casa per recarsi a scuola; B) il triage in ingresso per bambini ed adulti, senza creare assembramenti in ingresso; C) la permanenza della suddivisione in bolle; D) lo scambio dialogico trasparente scuola-famiglia».

Basteranno? Suonano come monito per certi versi sinistre le parole rilasciate durante un’intervista proprio a CentroPagina qualche settimana fa dal preside Riccardo Rossini, dirigente scolastico del Liceo Scientifico Marconi di Pesaro e nuovo presidente dell’Anp (Associazione Nazionale dei dirigenti scolastici e delle alte professionalità della scuola): «Al di là della retorica, della demagogia di questi mesi, le scuole sono luoghi di assembramento: i numeri dei contagi lo hanno dimostrato. Se fossimo stati più oggettivi e meno demagoghi avremmo visto che per abbattere il rischio di contagio la scuola si sarebbe dovuta muovere diversamente da quanto fatto».

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