Pesaro

Fano, Ruggeri (M5S) su Aset – Multiservizi: «Seri avvalla la fusione ma tradisce le promesse elettorali»

Il primo cittadino avrebbe dichiarato che l'azienda unica provinciale non è un tabù ma c'è chi gli ricorda che alle ultime elezioni amministrative aveva detto che si sarebbe battuto per mantenere l'autonomia dell'azienda dei servizi pubblici locali

Fano
Fano

FANO – Aumenta la tensione nel territorio fanese sulla fusione per incorporazione di Aset in Marche Multiservizi. A buttare benzina sul fuoco sulla vicenda è stata la partecipazione da parte sindaco Massimo Seri, con il presidente di Aset, al convegno per i 20 anni dell’azienda dei servizi pesarese, il giorno dopo la votazione del consiglio comunale che ha svincolato di fatto Aset dalla partnership obbligata con Marche Multiservizi sull’impiantistica, creando una spaccatura in seno alla maggioranza.

Massimo Seri
Massimo Seri

Durante il confronto di Apriti Pesaro, in un contesto esplicitamente orientato alla fusione tra le due aziende, il primo cittadino ha, senza mezzi termini, dichiarato che l’azienda unica provinciale non è un tabù. Una presa di posizione che stride con gli impegni presi dell’amministrazione comunale che aveva affermato ad inizio mandato di prodigarsi per mantenere l’autonomia dell’azienda dei servizi pubblici locali.

A sottolineare la stonatura è stata la consigliera regionale Marta Ruggeri (M5S): «Aset è lo strumento indispensabile per garantire ai cittadini servizi efficienti con costi giusti e liberi da dinamiche speculative, un bene che intendiamo mantenere saldamente in mani pubbliche anche in futuro, sia il patrimonio che le reti. Quindi la proprietà non è in discussione. Non sono parole mie ma parole del Sindaco Seri, con le quali si propose alla cittadinanza alle ultime elezioni amministrative, vinte anche sulla base di questo impegno, e da lui ribadite nelle linee programmatiche di mandato presentate in consiglio comunale».

Marta Ruggeri
Marta Ruggeri

«Non solo oggi il Sindaco, con incredibile leggerezza, in videoconferenza davanti a Ricci e Tiviroli si rimangia platealmente questa promessa – prosegue Marta Ruggeri – ma ha il coraggio di mettere pubblicamente in dubbio l’applicabilità della delibera del consiglio comunale di Fano dell’otto di aprile, con cui è stata approvata la mozione della minoranza che esclude qualsiasi ipotesi di fusione con Marche Multiservizi e dà precise direttive ad Aset di cercare altri partner per progetti di investimento negli impianti di trattamento dei rifiuti, digestore anaerobico in primis».

La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle descrive così lo scenario provinciale su cui si gioca la contesa dei servizi pubblici locali: «Il progetto del PD provinciale, a trazione pesarese, di far cadere la gestione dei rifiuti e dell’acqua di tutta la provincia sotto la gestione ed il controllo della emiliana HERA s.p.a., attraverso la controllata Marche Multiservizi, è evidentemente avallato anche dal Sindaco di Fano e da una parte del PD fanese, come testimoniato dagli esiti del consiglio comunale dell’otto aprile. Ricci e Seri vogliono chiudere l’affare prima del termine del loro mandato, nel tempo che ci separa dalle prossime elezioni amministrative di Pesaro e Fano che cambieranno lo scenario politico. È ormai chiaro, visti i recenti comportamenti del Presidente di Marche Multiservizi Tagliolini e dell’amministratore delegato Tiviroli riportati dall’assessore Mascarin, che il biodigestore viene utilizzato come arma di ricatto per sottomettere Aset ai desiderata di Marche Multiservizi e di HERA s.p.a.. Vedremo poi se i mal di pancia “Minardiani” all’interno del PD di Fano sono sinceri o strumentali alla ricerca di un maggiore peso politico. Per quanto mi riguarda raccomando ad Aset di seguire le indicazioni del consiglio comunale e di guardare ad intese con società a lei omologhe, per natura giuridica e compagine societaria interamente pubblica, che sono le sole con cui eventualmente si può prendere in considerazione un percorso di aggregazione».

Conclude la Ruggeri: «I cittadini di Fano e dei comuni soci di Aset che intendono mantenere i propri servizi a gestione interamente pubblica e controllata esclusivamente dai propri Comuni, e non sono d’accordo nel distribuire la metà dei dividendi, provenienti dalle proprie bollette, ad una società privata quotata in borsa come l’emiliana HERA, hanno avuto l’ennesima dimostrazione di aver riposto le propria fiducia nelle persone sbagliate».

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