Pesaro

Fano, anche la politica scende in campo sugli insulti alla calciatrice di colore. Ruggeri (M5S): «Negano il senso dell’umanità»

La consigliera regionale: «Gli insulti a sfondo razzista sono ancor più dannosi in contesti di alto valore educativo per i giovani quali lo sport e in particolare il calcio»

FANO – Anche la politica scende in campo per stigmatizzare quanto avvenuto a Fano durante il match che vedeva contrapposte la compagine femminile under 17 dell’Alma e le pari età dell’Ancona Respect. Durante la sfida sarebbe stato fischiato un rigore per le padrone di casa: la decisione arbitrale è stata contestata da una calciatrice dorica di colore che di tutta risposta si è sentita gridare dagli spalti delle frasi gravissime tra cui «Ti sbianco» e «Sei una mangiabanane».

Tra le prime a prendere posizione la consigliera regionale Marta Ruggeri M5S: «Gli insulti a sfondo razzista negano il senso dell’umanità e sono ancor più dannosi in contesti di alto valore educativo per i giovani quali lo sport e in particolare il calcio, dove invece sono sempre più diffusi gli episodi e gli atteggiamenti di intolleranza. Corretto che la società fanese abbia subito preso le distanze e condannato le parole inqualificabili, così come riportano i media, rivolte da una persona tra il pubblico a una quindicenne giocatrice dell’Ancona Respect, squadra di calcio femminile Under 17 impegnata in una trasferta a Fano».

Resta l’esigenza di liberare il mondo dello sport da cori, slogan, parole e atteggiamenti umilianti per l’avversario. «Un pessimo esempio che continua a diffondersi dalle curve ultrà ai campetti di periferia, dalla massima serie alle categorie minori e giovanili – prosegue la Ruggeri -. Nessuna attività umana ammette discriminazione razziale e intolleranza. Se si vuole che lo sport continui a veicolare valori positivi come il rispetto altrui, è necessario per prima cosa un recupero di cultura. Possono contribuirvi in modo significativo sia l’associazionismo sia le istituzioni come gli enti locali e la scuola. Insultare chiunque indossi altri colori sportivi non è fare gioco per la propria squadra, è invece un gesto offensivo, contrario all’etica sportiva e squalificante».

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