Pesaro

Fano, lettera del Sindaco Seri al dimissionario Vescovo Trasarti

In 16 anni di prezioso servizio tante le preghiere del religioso ma anche gli ammonimenti, gli insegnamenti e le azioni per la comunità. Seri: «Omelie spesso pungenti, perché colpivano nel profondo, bucavano la superficie, ponevano domande»

Sindaco Massimo Seri, al Vescovo Mons. Armando Trasarti, al sacerdote della Comunità Ucraina Don Vladimir Medvid

FANO – La notizia delle dimissioni per sopraggiunta età da parte del Vescovo della Diocesi di Fano Armando Trasarti non è certo passata inosservata. Tanti coloro che in questi giorni hanno voluto salutare o commentare questa notizia.

Dopo gli attestati di stima arrivati dal consigliere regionale e dal M5S fanese, stavolta a scrivere una sentita lettera, che pubblichiamo integralmente, è stato il primo cittadino Massimo Seri: «I momenti di congedo non sono mai emotivamente semplici. Si tende a guardare al passato, a fare bilanci. Per ogni capitolo di vita che si chiude, un altro se ne apre; la fede aiuta a vivere ognuno di essi con matura serenità. In questi 16 anni di prezioso servizio tante sono state le Sue preghiere, gli ammonimenti, gli insegnamenti e le azioni per la nostra comunità. Da Buon Pastore, ha compreso che il gregge ha bisogno di guida e protezione, di visione per il futuro e di concreto supporto nel quotidiano; perché l’esistenza è fatta anche di dolore e miseria. Tante le omelie che ricordo, recitate dalla Sua Cattedra, all’interno del nostro bel Duomo di Fano o in contesti diversi. Omelie spesso pungenti, perché colpivano nel profondo, bucavano la superficie, ponevano domande. Da quella Cattedra l’Eccellenza Vostra ha compiuto una missione impegnativa; insegnare e stimolare riflessioni, anche nei momenti umanamente difficili, in cui il corpo sofferente avrebbe voluto essere altrove. Lo ha fatto con semplicità e chiarezza; unendo sensibilità e giustizia, non trascurando nessuno, con il mite coraggio di dire anche cose scomode; perché, come spesso ci ha richiamato, l’apostolo è servo della tradizione e dunque è testimone e custode della Verità. Essere guida di una comunità può essere sicuramente gratificante ma anche estremamente impegnativo, fisicamente e mentalmente faticoso. Posso affermarlo con convinzione, dal momento che anche il mio ruolo, sebbene sia civile e non religioso, è per molti aspetti simile al Suo. Eppure non ha mai perso entusiasmo, voglia di impegnarsi, anche civilmente, al fianco delle persone, credenti o meno, contro le avversità della Vita e per la promozione del bene comune; ci ha sempre ricordato che vita e bene comune sono un binomio irrinunciabile; che la persona umana non può essere trascurata, svilita, indebolita, plagiata, mortificata. Per questo avverto un sentimento di vicinanza. L’impegno per la promozione della dignità umana è la cifra del nostro incontro e del nostro dialogo istituzionale ed umano; da questo scambio continuerò a prendere spunto per proseguire il mio mandato, giunto a poco più di un anno dalla conclusione. “Quando si è in un sentiero di montagna e si cammina in fila indiana, chi guida la colonna deve tenere il passo dell’ultimo…”; come l’Eccellenza Vostra ci ha insegnato essere una vera guida significa aver cura degli ultimi; che il potere, se non praticato per il suo retto fine, è inganno, ingiustizia e morte spirituale. Caro Don Armando, hai voluto essere il parroco della nostra diocesi; perché solo chi ha i piedi ben piantati a terrà può scorgersi oltre con lo sguardo. Esprimo il più sincero e caloroso ringraziamento per tutto quanto testimoniato nella nostra Città di Fano; a nome di tutta la comunità che mi onoro di rappresentare auspico che Ella voglia continuare a dedicarci ogni preghiera ed ogni pensiero come un innamorato Padre Spirituale. Con stima, gratitudine ed affetto. “Diligite iustitiam qui iudicatis terram”».

Ti potrebbero interessare