Pesaro

Fano-Grosseto verso lo sblocco. Il senatore Coltorti: «30 grandi opere potranno vedere presto la luce»

Anas e Rfi potranno esercitare da subito i poteri derogatori e avviare i contratti per le cantierizzazioni. Il progetto della strada marchigiana era rimasto al palo da almeno 10 anni

lavori stradali
Immagine di repertorio

ANCONA – Fano-Grosseto verso lo sblocco. Ad annunciarlo è il senatore marchigiano Mauro Coltorti, presidente della Commissione Lavori pubblici, Infrastrutture e Trasporti del Senato. Il viceministro Cancellieri «ha chiesto ad Anas e Rfi di esercitare da subito i poteri derogatori e avviare i contratti per le cantierizzazioni, 16 progetti in campo ferroviario e 14 in quello stradale potranno presto vedere la luce» spiega Coltorti, precisando che fra questi c’è proprio il progetto della Fano-Grosseto, rimasto al palo da almeno 10 anni.

Un taglio sui tempi reso possibile dal «Decreto Semplificazioni, che consente alle due maggiori società appaltanti italiane di agire in deroga alle normative vigenti, senza aspettare quindi la nomina dei commissari» osserva il senatore jesino del Movimento 5 Stelle.

Complessivamente sono 30 le grandi opere infrastrutturali italiane che potranno ripartire, dopo essere state inserite nei piani quinquennali di Anas e Rfi: «Dopo anni di immobilismo stiamo parlando di sbloccare infrastrutture fondamentali per il Paese, come l’alta velocità Brescia-Verona, la Pescara-Bari, la Palermo-Trapani, solo per citarne alcune, o, per quanto riguarda la rete stradale, il completamento della 106 Jonica, la Civitavecchia-Orte, la Fano-Grosseto» afferma Coltorti, precisando «abbiamo messo in opera le più importanti, ma stiamo lavorando per far ripartire tutto». L’unico problema resta la Galleria, che però il senatore spiega: «Verrà finanziata con il Recovery Fund».

Mauro Coltorti, presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato

Intanto però le opere avranno anche una importante «ricaduta occupazionale» che porterà «alla creazione di migliaia di posti di lavoro, a prescindere dall’emergenza Covid. Abbiamo purtroppo visto che il nostro Paese soffre di una carenza strutturale di manutenzione delle reti, e questa potrebbe essere un’ottima occasione per invertire la tendenza e inaugurare un nuovo modus operandi virtuoso, per l’occupazione, l’economia e, soprattutto, la sicurezza dei cittadini».

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