Pesaro

Da Fano a Cepagatti, un nuovo elettrodotto sottomarino tra Marche e Abruzzo

Via libera dal Ministero al procedimento autorizzativo per l'infrastruttura di 250 chilometri di cui 210 in cavo sottomarino. Terna investirà nell'opera oltre un miliardo di euro

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha dato il via al procedimento autorizzativo per realizzare Adriatic Link, il nuovo elettrodotto sottomarino in corrente continua di Terna, che collegherà Abruzzo e Marche. Si parla di un investimento complessivo di oltre 1 miliardo di euro, coinvolgendo circa 120 imprese tra dirette e indotto.

L’opera, opera inserita da Terna nel Piano di Sviluppo del 2018 – spiega una nota -, «consentirà di incrementare di circa 1.000 MW la capacità di scambio tra le zone centro-sud e centro-nord del Paese, aumentando la sicurezza, l’efficienza e la resilienza della rete elettrica nazionale». La piena entrata in attività del nuovo collegamento è prevista entro il 2028.

Si tratta – spiega Terna – di «un progetto all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e ambientale. L’elettrodotto ‘invisibile’, lungo complessivamente circa 250 km, sarà costituito da due cavi sottomarini di circa 210 km e due cavi terrestri di circa 40 km. Le due stazioni di conversione saranno realizzate nelle vicinanze delle rispettive stazioni elettriche esistenti di Cepagatti (PE), per l’Abruzzo, e di Fano (PU), per le Marche, e avranno un impatto sul territorio molto ridotto».

La posa dei cavi in mare raggiungerà una profondità massima di 100 metri. Per gli approdi si ricorrerà all’utilizzo della tecnica della trivellazione orizzontale controllata (TOC) che permetterà di installare la conduttura limitando gli impatti ambientali e sociali sul litorale e di garantire la salvaguardia del collegamento elettrico in caso di erosione costiera. Parimenti, per il tracciato terrestre si utilizzerà per lo più la viabilità stradale esistente.

Nell’ambito della survey marina, che ha certificato l’idoneità del fondale alla realizzazione del progetto, sono stati ispezionati circa 700 km di Mare Adriatico. L’attività si è svolta in due fasi: durante la prima sono stati valutati gli aspetti geologici, sedimentologici, sismici, l’erosione costiera, la flora, la fauna e gli ecosistemi ai fini autorizzativi, mentre nella seconda sono stati analizzati rilievi batimetrici, morfologici e geofisici per predisporre il progetto definitivo da avviare in autorizzazione.

Secondo Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Terna, l’avvio delle autorizzazioni per l’Adriatic Link da parte del Ministero «è un altro passo fondamentale per il processo di transizione energetica in atto. Grazie al lavoro di tutte le persone di Terna e al contributo fattivo dei Ministeri, delle Regioni e di tutti gli Enti coinvolti, è stato possibile accelerare il percorso di autorizzazione dell’opera, che è previsto entri in piena operatività entro il 2028». Difatti, sottolinea Terna, l’Autorità di Regolazione (Arera), riconoscendo l’importanza strategica del progetto, «ha chiesto l’entrata in esercizio due anni in anticipo rispetto alle previsioni iniziali: l’Adriatic Link avrà un ruolo di primo piano nello sviluppo e nell’integrazione delle fonti rinnovabili, contribuendo alla decarbonizzazione del sistema energetico italiano».

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