Pesaro

Fano, cambia l’identikit dei poveri: uno su due è italiano, si abbassa l’età media

La Caritas Diocesana ha illustrato gli interventi fatti nel 2020 descrivendo la situazione odierna per Fano ed i comuni della Val Metauro

l’identikit dei poveri: uno su due è italiano, si abbassa l’età media
l’identikit dei poveri: uno su due è italiano, si abbassa l’età media

FANO – Più giovani e quasi per la metà italiani residenti nella Città della Fortuna. È questo l’identikit dei nuovi poveri di Fano emerso dall’annuale report fornito dalla Caritas Diocesana da cui emerge una situazione emergenziale grave. Va detto che i dati presentati giorni fa durante l’incontro ‘Povertà e Risorse’ si riferiscono al 2020, l’anno nero della pandemia. Si tratta comunque di un’analisi non trascurabile da cui emergono due verità: la prima, è l’aumento ed il cambiamento di coloro che debbono rivolgersi alla Caritas per poter far fronte all’emergenza oramai divenuta economica; dall’altra sottolinea anche ora una volta in maniera imprescindibile il ruolo che svolge la stessa Caritas come vero baluardo nei confronti delle persone più deboli e indigenti (a questo link è consultabile il report).

L’associazione ha erogato nel 2020 aiuti diretti per una somma complessiva di 351.393 euro comprensiva della gestione dei servizi, oltre a 19.530 euro di rimborsi alle parrocchie per l’emergenza Covid. Durante il periodo della Quaresima sono stati raccolti 10.000 euro per finanziare i progetti ‘La salute in sospeso’ e ‘La bottega dei sogni in Burundi’; altri 7.406,89 euro sono stati raccolti nel periodo dell’Avvento per sostenere i progetti: ‘Contrasto alla povertà educativa’, ‘Pronta accoglienza per donne vittime della tratta’ e ‘Sostegno alla formazione in Burundi’.

Cifre sicuramente importanti ma che non rendono merito agli sforzi umani profusi sul campo: nel 2020 sono state incontrate 677 persone ed effettuati 4.372 interventi; attraverso la corresponsione di 5 microcrediti sono stati erogati 10.700 euro; sono stati poi raccolti 7.137 prodotti, più 20,179 chilogrammi di indumenti donati al Centro Rivestiamo. Sono stati ben 1490 le persone che si sono rivolte allo sportello di ascolto riferendo di avere gravi problemi economici. Non è tutto però: altrettanti hanno manifestato difficoltà correlate al lavoro, alla problematica di avere una casa, ma anche 456 difficoltà di rapporti familiari, problemi di salute o difficoltà di integrazione e di istruzione.

la conferenza della Caritas Diocesana di Senigallia
la conferenza della Caritas Diocesana di Senigallia

La conferenza stampa, a cui ha preso parte anche il vescovo Trasanni, è stata anche l’occasione per presentare il nuovo direttore di Caritas Diocesana Ettore Fusaro ed il vice direttore Lucio Diotallevi. A introdurre la mattinata, moderata da Michela Pagnini, don Michele Giardini presidente della Fondazione Caritas Fano che ha ringraziato il precedente direttore Angiolo Farneti per il lavoro svolto.

La parola poi è passata al nuovo direttore Ettore Fusaro, in collegamento on line dall’Albania, che ha voluto mettere in evidenza ciò che vi è dietro i numeri del Report. «Questi numeri sono frutto di ascolti ed incontri. E questo report non riporta le fatiche fatte da operatori e volontari nell’ascoltare e farsi carico di situazioni a volte al limite del sostenibile. Il report non riporta le numerose riunioni di confronto, le ore spese a ragionare su come poter aiutare meglio, su come poter essere più efficienti, nel mediare con le persone che abbiamo davanti. È un report che vuole cercare di essere strumento di SINODO per la nostra Chiesa e che vuole da oggi in avanti essere non solo report di ascolto ma luogo dove riportare anche cosa pensano e dicono di noi. È un report che parla di giovani, ma non ha ancora imparato a far parlare i giovani. È un report che parla di volontari ma che non ha ancora imparato a far parlare i volontari. È un report imperfetto, come lo siamo tutti, ma appunto perché riconosce i propri limiti, vuole provare a migliorare. È un report che cita la parola creatività, che non riporta gli sforzi creativi fatti dai tanti che hanno collaborato con noi, ma che appunto richiede creatività futura per inventarsi nuove risposte e nuovi interventi. Una nuova pedagogia dei fatti che vede davanti a noi sfide come ambiente e salvaguardia del creato, nuove sfide di sviluppo e ri-creazione di un tessuto comunitario, affrontando le nuove povertà nate dalla pandemia (tutt’ora in corso) e che dureranno nel tempo. Ciò richiede un’attenta programmazione condivisa oggi perché le ferite sociali inferte dal Covid non si rimarginano tanto in fretta. In un momento dove sembra che stiamo ripartendo, ci siamo accorti che qui nella Diocesi di Fano, come in altre parti d’Italia, questa ripartenza sta lasciando più indietro ancora una volta proprio i più deboli».

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