Pesaro

Export pesarese giù del 14,5%, ma segnali positivi da meccanica e mobile

Dopo il -30% del secondo trimestre 2020, segnali di crescita. Bene il mobile verso Usa e Germania. Bordoni di Camera Marche Tecne: «Dati incoraggianti»

PESARO URBINO – Export: la provincia di Pesaro con la testa sott’acqua. Ma segnali positivi da meccanica e mobile, il core business del territorio.

Le esportazioni della provincia di Pesaro fanno registrare un -14,5%, un dato peggiore rispetto alla media regionale (11,9%). Si parla di 2,4 miliardi di euro esportati a fronte dei 2,8 dell’anno precedente.
Si registra una ripresa del 3% nell’ultimo trimestre, che non basta a compensare il -30% del secondo trimestre e il -28% del primo trimestre che comprendevano i mesi di lockdown generale.

Il territorio pesarese è legato all’andamento del mobile e della meccanica e qui si registrano segnali positivi.
La meccanica rimane settore trainante dell’economia regionale per volume d’affari: circa 1 miliardo e 300 milioni, tre volte quello del comparto Mobile/Arredo.

Moreno Bordoni, presidente dell’Azienda Speciale del Mobile/Meccanica di Camera Marche Tecne, sottolinea: «Senza dubbio la situazione emergenziale ha colpito anche l’interscambio del settore della Meccanica marchigiana con un calo percentuale a doppia cifra, – 11% per una perdita di circa 230 milioni di euro, che allinea la decrescita delle esportazioni del comparto a quelle dell’export in generale delle Marche. Sottolineo però come, accanto alla perdita consistente di quote di mercato di alcune aree geografiche, si continui a registrare la buona crescita verso Paesi da sempre partner strategici per le imprese marchigiane».

È il caso della Germania, secondo mercato di riferimento, rispetto a cui l’export cresce del 10,7%. Segno positivo, anche se in misura minore (3%), per l’interscambio con la Francia (terzo Paese per volume di esportazioni). Al primo posto tra i mercati di destinazione per le Marche ci sono gli Stati Uniti dove nel 2020 sono stati esportati beni per 188 milioni di euro nonostante un calo, rispetto al 2019, del 16%. Tra i primi 10 Paesi di riferimento anche la Romania, che assorbe il 16% delle esportazioni marchigiane.

Anche sul fronte Mobile/Arredo, che pure segna negli ultimi 12 mesi un -2,3%, ci sono segnali nel complesso incoraggianti: l’interscambio con gli USA cresce del 2,2%, quello con la Germania del 6,6%. Perdiamo ancora in Russia e nel Regno Unito dove al calo del 15% contribuisce la Brexit, oltre alla pandemia. Di contro le esportazioni verso la Cina, che si vaccina, crescono del 33%.

Secondo Bordoni, «rispetto al comparto del Mobile Arredo la crisi sanitaria ha influito anche positivamente: il distanziamento sociale e il lockdown, la riduzione della mobilità tra Paesi, per lavoro e svago, hanno spostato l’orizzonte delle persone dentro confini domestici. Ergo, ci si ripiega all’interno, si pensa alla casa, al proprio habitat: se vogliamo una strategia di sopravvivenza che ci accomuna persino alle piante. I prodotti finiti dei nostri mobilieri hanno continuato ad essere richiesti all’estero, bene in particolare living e cucine, dove tanto tempo si è passato in questa stagione».

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