Pesaro

Ecosistema urbano 2020, i capoluoghi marchigiani retrocedono in classifica

Pesaro perde 14 posizioni nel report di Legambiente, Ambiente Italia e Sole 24 Ore. «Città troppo pigre sulle sfide ambientali»

PESARO – Classifica ecosistema urbano 2020, in retrocessione i capoluoghi marchigiani. Per Pesaro un balzo indietro di 14 posizioni.

Legambiente Marche sottolinea che «le città marchigiane sono troppo pigre al cambiamento e ancora lontane dall’interpretare al meglio le sfide ambientali». È quanto emerge da Ecosistema Urbano 2020, il report annuale sulle performance ambientali dei capoluoghi italiani stilato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ore, che racconta quel lento cambiamento green in atto nella Penisola.

Lo scorso anno Pesaro era al 6° posto, Macerata al 15°, Ancona al 42° e Ascoli al 58°. Nel 2020 la prima città marchigiana a comparire nella classifica dei 104 capoluoghi è Macerata, che si posiziona al 19° posto, subito seguita da Pesaro al 20° gradino della graduatoria, Ancona al 44° e Ascoli Piceno al 69°.

Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci sottolinea che «a penalizzare il dato sono stati gli sforamenti dei limiti delle polveri sottili. Sono stati 33, purtroppo potrebbe sembrare strano ma Pesaro soffre l’inquinamento della pianura Padana. I venti trasportano le polveri fino da noi. Non è una questione di inquinamento da auto, ma generale. E i riscaldamenti incidono in maniera sensibile, tant’è che quest’anno ho cercato di rimandare il più possibile l’ordinanza di accensione dei termosifoni. Gli altri parametri restano buoni e siamo pronti a riguadagnare posti in classifica perchè abbiamo potenziato la rete di pista ciclabile, abbiamo ridotto il consumo di suolo, destinato a nuove aree verdi nel prg e stiamo andando avanti anche sulla raccolta differenziata. È una classifica comunque buona, ma ci stimolerà a fare meglio».

Per Legambiente «Le città marchigiane ancora stentano ad ingranare la marcia e diventare più dinamiche e resilienti, attente alle nuove scelte urbanistiche, ai servizi di mobilità, alle fonti rinnovabili, alla progressiva restituzione di vie e piazze ai cittadini, alla crescita degli spazi naturali. Sotto la lente di ingrandimento i parametri relativi allo smog, trasporti, raccolta differenziata e gestione idrica».

Francesca Pulcini, Presidente di Legambiente Marche entra nel merito: «Siamo al centro di un importante momento per il Paese e, quindi anche per la nostra regione. Ingenti le risorse che stanno per arrivare nelle Marche ed è per questo che non possiamo perdere l’occasione di cambiare radicalmente le nostre città. Le azioni che verranno messe in campo dovranno concorrere al raggiungimento degli obiettivi Onu sullo sviluppo sostenibile al 2030. È qui infatti che si gioca una partita fondamentale per fronteggiare le tre crisi attuali – l’emergenza sanitaria, economica e climatica – e per vincere la sfida della modernizzazione del Paese e rendere le nostre città più moderne, sostenibili e sicure. Innovare e cambiare le nostre città significa non solo rendere la nostra regione più competitiva ma anche renderla attraente per i tanti giovani che, proprio in questo momento così delicato in cui la qualità della vita è tornata prepotentemente al centro dell’attenzione dei cittadini, desiderano rientrare nelle Marche ma che non trovano le condizioni. Attivare le leve economiche stimolate dall’innovazione ambientale permette di generare lavoro e rendere la nostra regione dinamica e più ricettiva rispetto alle tante possibilità che oggi sono in campo».

Infine un focus sui cambiamenti climatici con i dati dell’aumento della temperatura nelle città italiane. Ad Ancona la temperatura è aumentata di 1,7 °C rispetto al valore climatico 1971-2000. Significativi i dati relativi eventi calamitosi. Ad Ancona negli ultimi 10 anni sono stati contati 13 allagamenti da piogge intense, 11 danni da trombe d’aria e 1 frana da piogge intense.

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