Pesaro

Rinnovo del CCNL, 4.500 lavoratori del settore Legno Arredo in piazza a Pesaro

Lo sciopero generale di otto ore in programma venerdì 21 febbraio è stato proclamato da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil dopo la rottura delle trattative con Federlegno. La manifestazione si terrà in quattro città italiane

Nella foto, da sin.: Tassi, Boccetti, Fioretti

ANCONA- Venerdì 21 febbraio i lavoratori del settore Legno Arredo scendono in piazza in quattro città italiane- Pesaro, Milano, Treviso e Bari– per il rinnovo del CCNL scaduto a marzo 2019. Lo sciopero generale di otto ore è stato proclamato da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil dopo la rottura delle trattive con Federlegno, il cui comportamento- dicono i sindacati di categoria, «è stato irresponsabile e gravissimo».

Nella città marchigiana, quarto polo italiano per importanza del settore Legno Arredo, sono attesi circa 4.500 lavoratori e 18 pullman. Sarà una manifestazione interregionale alla quale parteciperanno anche Umbria, Toscana, Lazio, Abruzzo e Molise. Il ritrovo è alle ore 9:00 in piazza della Libertà (palla di Pomodoro) per poi sfilare in corteo fino a Piazza del Popolo dove si terranno gli interventi dei delegati, mentre la conclusione è affidata a Gianni Fiorucci della Fillea Nazionale.

Il mancato rinnovo del CCNL interessa 150 mila lavoratori del settore in tutta Italia, di cui oltre 2.500 nelle Marche. «La proclamazione dello sciopero è scaturita dopo l’incontro del 9 gennaio scorso quando Federlegno ha deciso di abbandonare il tavolo della trattativa perché riteneva che non ci fossero più le condizioni per proseguire- spiega Luca Tassi, segretario generale Filca Cisl Marche-. Negli ultimi otto mesi ci siamo incontrati 11 volte ma non siamo riusciti a trovare una quadra su: aumento salariale, organizzazione del lavoro e flessibilità dell’orario di lavoro, tutele contrattuali. Ci sono poi altre questioni non ancora affrontate come la formazione, la sicurezza e il welfare aziendale».

Luciano Fioretti, segretario generale Feneal Uil Marche specifica che «nelle Marche il settore del Legno è trainante per l’economia della regione.  Abbiamo eccellenze che lavorano con mercati internazionali e che hanno una ricaduta notevole sull’occupazione».

«Se da una parte ci sono aziende del settore in difficoltà, dall’altra ci sono realtà in crescita, soprattutto quelle che lavorano con l’export. Il settore si rivolge a Russia e Cina anche se ora ci sono problemi legati al Coronavirus- afferma Daniele Boccetti, segretario generale Fillea Cgil -. Nelle Marche si sta registrando una ripresa del settore Legno Arredo, anche se assistiamo ad una forte “polarizzazione” tra grandi gruppi che crescono e piccoli che soffrono maggiormente».

Negli ultimi due anni il numero delle medie e grandi aziende resta sostanzialmente invariato: crescono quelle tra 20 e 49 addetti, mentre calano le piccole (fino a 5 dipendenti). Anche il numero degli addetti rimane stabile. Le imprese del mobile marchigiano producono un giro d’affari che nel 2017 ha superato i 3 miliardi di euro, in crescita dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Le ore di cassa integrazione dell’ultimo trimestre 2019 fanno registrare un -120% sull’ultimo trimestre 2018 (133.543 contro le 294.953). Per quanto riguarda le retribuzioni medie del settore sono sostanzialmente stabili (22.366 euro nel 2018) e più basse di quelle di altri comparti industriali. Nelle Marche il 15% di rapporti di lavoro è part-time, gli interinali sono in costante crescita (+56% dal 2016 al 2019) così come i lavoratori a tempo determinato, 12,4% (nel 2016 erano solo il 9%).

«A riprova che in questo e in altri settori nelle Marche il lavoro è già sufficientemente precario e “sfarinato”, nella nostra regione, nel 2018 il 90% dei nuovi contratti attivati è a tempo determinato o interinale» commenta Boccetti.

Infine, tornano a crescere gli infortuni sul lavoro: +5,4% (2019 su 2018) con un aumento degli stessi di 24 unità (469 a 445).