Pesaro

Disturbi alimentari, Mattioli (Pd): «Galantara non accoglie pazienti minorenni, mamme preoccupate»

La consigliera Pd: «Nessuna polemica ma richiesta di chiarezza dopo l'appello di alcuni genitori sulla situazione dei 15enni»

PESARO – Disturbi alimentari, Galantara non è pronta ad accogliere i pazienti minorenni di 15/16 anni.

E’ quanto sostiene Anna Maria Mattioli (Pd) Commissione Donne Elette: «Il direttore Sanitario Ast Pesaro Urbino Edoardo Berselli il 9 febbraio scorso in risposta a mezzo stampa alla mia richiesta di assistenza per le famiglie con figli adolescenti affetti da disturbi alimentari, aveva precisato che – “il centro DCA di Galantara garantisce un percorso dalla diagnosi alla presa in carico per i pazienti adolescenti, dai 15/16 anni e i pazienti in età adulta. Il Galantara resta un punto di riferimento per i pazienti adulti e garantisce comunque la presa in carico degli adolescenti tra i 15/16 anni, fascia altrettanto critica per numerosità e gestione complessiva del trattamento, con grande impatto sia psicologico-fisico che sociale”. In previsione del 15 Marzo “Giornata nazionale del fiocchetto lilla contro i disturbi del comportamento alimentare” alcune mamme del territorio pesarese mi hanno di nuovo sollecitata dopo essersi rivolte al centro di Galantara per un colloquio con la dottoressa Elena Ridolfi e la nutrizionista la dottoressa Viti speranzose della presa in carico delle figlie quindicenni; per tutta risposta si sono sentite dire che non è prevista alcuna assistenza medica e possibilità di cura per i pazienti tra i 15/16 anni. Potrebbe esserci una previsione per il prossimo anno se l’equipe medica verrà potenziata, ma al momento a Pesaro purtroppo la situazione non è quella prospettata da Berselli».

Mattioli puntualizza: «Porto questa situazione a conoscenza dei cittadini senza ombra di polemica alcuna, e con mero spirito costruttivo sollecito l’Ast PU a procedere alle dovute assunzioni di professionisti in grado di restituire alla città di Pesaro e al suo Distretto sanitario, come lo è stato in passato, la possibilità di offrire cure doverose in prossimità della propria residenza, agli adolescenti affetti da disturbi del comportamento alimentare, senza destabilizzarli allontanandoli dalla famiglia, dal percorso scolastico e dai rapporti amicali punti cardine di riferimento nell’età evolutiva quale quella dei 15/16enni. Confido in una pronta attenzione da parte di AST e del dr. Berselli a queste famiglie alle quali non può esser precluso, per un’organizzazione al momento non conforme, il diritto assistenziale di cura. Facciamo rete, apriamo le porte a chi soffre di DCA e alle loro famiglie, è un dovere civile e sociale al quale non possiamo più sottrarci».

© riproduzione riservata